Il Principio dell'Acarya-Fondatore

 

Al fine di celebrare il cinquantesimo anniversario della partenza di Srila Prabhupada dall’India per fondare il Movimento Internazionale per la coscienza di Krishna su scala mondiale, Ritorno a Krishna presenta la seconda di una serie in dieci parti dedicata alla posizione unica e trascendentale di Srila Prabhupada nell’ISKCON, e la relazione fondamentale che ogni membro dell’ISKCON ha con lui.

 

Nei primi anni dell’ISKCON, quando gli insegnamenti di Srila Prabhupada iniziavano a essere pubblicati, i suoi primi seguaci gli ponevano spesso domande per iscritto – alcune rilevanti, altre meno – a cui Prabhupada rispondeva con una pazienza illimitata. Alla fine del 1968, dopo che uno dei più importanti editori americani aveva pubblicato una versione ridotta della Bhagavad-gita Così Com’è, molti devoti scrissero a Prabhupada per fargli domande sulla successione dei maestri spirituali elencati al termine dell’Introduzione. Perché, ad esempio Arjuna, l’eroe della Gita, non era citato nell’elenco?

A una di queste lettere Prabhupada rispose che “linea di successione non significa essere discepoli diretti di un certo maestro”. Per esempio: “Arjuna accettò Krishna come Dio, la Persona Suprema, e anche noi accettiamo questa verità attraverso la linea di successione di Caitanya Mahaprabhu. Due cose uguali a una terza sono uguali tra loro.”

(1) In altre parole: “Linea di successione significa accettare la medesima conclusione.”

(2) Tra coloro che accettano questa conclusione, alcuni possono viverla in modo talmente sublime da ispirare altre anime ad arrendersi a Krishna, ed è proprio ciò che il maestro spirituale di Prabhupada, quell’anima rara di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati, aveva in mente quando compilò l’elenco di nomi che Prabhupada ha poi intitolato “Successione dei Maestri”. Srila Bhaktisiddhanta aveva definito l’elenco “Bhagavata parampara”, la linea dei grandi acarya (esemplari), la cui vita illustra gli insegnamenti dello Srimad Bhagavatam, “la bellissima storia di Dio, la Persona Suprema”.

Nel suo commento al verso 10.2.31 dello Srimad Bhagavatam, Prabhupada parla della necessità di seguire l’“acarya-sampradaya”, la successione delle persone esemplari, per soddisfare Krishna e tornare nella Sua dimora spirituale:

 

L’acarya dà il metodo giusto per attraversare l’oceano dell’ignoranza accettando il vascello dei piedi di loto di Dio, e se i seguaci praticano questo metodo con serietà, raggiungeranno la destinazione suprema per la grazia del Signore. Il metodo si chiama acarya sampradaya… Dobbiamo quindi accettare l’acarya-sampradaya se vogliamo che i nostri sforzi non si rivelino inutili.

 

Dopo Sri Caitanya (1486-1534), la cultura dell’acarya-sampradaya ha innaffiato i semi che sono poi diventati la parola composta “acarya-fondatore”. Analizzeremo ora quattro di questi semi e i grandi acarya Gaudiya (3) che li hanno piantati.

 

 

I capostipiti delle quattro linee di successione vaisnava (sampradaya) e il maestro spirituale più importante di ogni linea.
I capostipiti delle quattro linee di successione vaisnava (sampradaya) e il maestro spirituale più importante di ogni linea.

 

 

Il seme organizzativo

Nel 1545 i principali discepoli di Sri Caitanya, i sei Gosvami di Vrindavana, fondarono la Visva Vaisnava Raja Sabha, che in seguito Srila Bhaktisiddhanta identificò come la collettività, o la comunità dei devoti che adorano “il Re di tutti i Vaisnava del mondo”, Sri Caitanya Mahaprabhu. (4) Srila Jiva Gosvami, lo scrittore e il filosofo più prolifico della Sabha, si distinse anche come l’organizzatore più abile della comunità. Per esempio, fondò a Vrindavana il famoso tempio di Radha-Damodara, in cui predispose una libreria con tutte le opere dei Gosvami. Sri Jiva commissionò poi alcune copie di quelle opere e inviò in Bengala i suoi tre studenti migliori, Srinivasa, Narottama e Syamananda, che furono i primi distributori di libri Gaudiya Vaisnava.

Il racconto di ciò che accadde al gruppo – i libri rubati dai ladri del re, il loro recupero e poi la sottomissione a Krishna da parte del re e dei suoi complici - prefigurò le rappresentazioni teatrali che Sri Caitanya continua ancora oggi a mettere in scena grazie all’ISKCON e alla collaborazione di altri gruppi Gaudiya. E’ sufficiente dire che la Sabha dei Gosvami, finalizzata alla predica, alla salvaguardia e alla distribuzione degli insegnamenti del Signore, piantò il seme organizzativo del principio dell’acarya-fondatore.


Il seme filosofico

All’incirca nel 1552, sette anni dopo la fondazione della Sabha, Srila Rupa Gosvami terminò la sua opera fondamentale, il Bhakti-rasamrita-sindhu (“L’Oceano di Nettare del Servizio Devozionale”). Nel suo commento al verso 5.203 della Sri Caitanya-caritamrita, Adi-lila, Srila Prabhupada scrive: “Srila Rupa Gosvami è descritto come il bhakti-rasacarya, colui che conosce l’essenza del servizio devozionale. Il suo famoso libro intitolato Bhakti-rasamrita-sindhu rappresenta la scienza della devozione e leggendolo è possibile comprendere il significato del servizio devozionale.”

Prabhupada considerò il capolavoro di Sri Rupa così importante per i devoti che nel 1969 interruppe per più di sei mesi il suo lavoro sul Bhagavatam e si dedicò alla stesura di uno studio riassuntivo di quest’opera, che intitolò Il Nettare della Devozione. Nell’Introduzione al libro, Prabhupada scrive: “Dovremmo cercare di pensare sempre a Krishna e pianificare come soddisfarLo, seguendo le orme dei grandi acarya e del maestro spirituale in persona”. Più avanti nel testo, Prabhupada ripete la distinzione tra “i grandi acarya e il maestro spirituale in persona”, traducendo la frase di Sri Rupa sadhu-vartmanu-varttanam (5): “seguire le orme dei grandi acarya (maestri) sotto la guida del maestro spirituale.”

(6) Leggendo la Prima Parte della nostra serie abbiamo appreso che i maestri spirituali iniziatori e istruttori sono rispettivamente i nostri genitori e i nostri parenti. Per un bambino i genitori e i parenti sono tutto, ma con la maturità la sia visione si amplia. Così, all’inizio un discepolo vede i suoi genitori e parenti spirituali come tutto ciò che esiste, ma una volta maturo, impara ad apprezzarli in relazione ai “grandi acarya”. Per comprendere meglio il seme filosofico del principio dell’ “acarya-fondatore”, vedremo ora come la cultura dell’acarya-smapradaya ispirò un famoso discepolo a pregare il proprio guru in relazione al loro adorabile acarya.


Il Seme Culturale

Prima che nascesse il grande santo Gaudiya Vaisnava Srila Narottama Dasa Thakura, Sri Caitanya disse a Lokanatha Gosvami: “Tra non molto un principe di nome Narottama diverrà tuo discepolo. Sarà un devoto elevato, pieno d’amore e devozione, e investito del potere di salvare le anime condizionate da una vita infernale. I suoi incantevoli kirtana faranno sciogliere persino il legno e le pietre.” (Narottama vilasa) Tuttavia, dopo che il Signore ebbe lasciato questo mondo, Sri Lokanatha rimase così sconvolto che si allontanò da tutti e fece il voto di non accettare mai alcun discepolo. Più tardi, quando a Vrindavana Sri Jiva si accorse che il proprio allievo Narottama era attratto dal santo Lokanatha, gli disse di rivolgersi a lui e chiedergli l’iniziazione, ma per quanto ardente fosse la richiesta di Narottama, altrettanto irremovibile fu il rifiuto di Lokanatha.

Disperato, Narottama, che era figlio di un re, fece il voto di diventare l’umile servitore del santo e cominciò a pulire regolarmente il luogo in cui egli compiva le sue abluzioni mattutine. Nonostante Lokanatha fosse pienamente assorto nella sua meditazione solitaria su Krishna, si accorse che qualcuno svolgeva quel servizio, ma non diede molto peso alla cosa. Un giorno, dopo che un anno intero era passato, decise di scoprire chi fosse la persona che puliva con tanta cura. Il mattino successivo si recò dunque sul luogo delle abluzioni prima del solito e si nascose dietro un albero. Quando Narottama arrivò, Lokanatha lo riconobbe. Il principe cadde ai piedi del santo e lo pregò di accettarlo come suo discepolo. Dapprima Lokanatha rifiutò, ma poi, conquistato dalla devozione di quel puro devoto, acconsentì.

(7) Sebbene Srila Narottama Dasa Thakura fosse l’unico discepolo iniziato di Srila Lokanatha Gosvami, nel Canto 17, verso 4, della famosa collezione di canti intitolata Prarthana, Narottama esprime il desiderio ardente che Lokanatha lo conduca al rifugio finale della loro linea di successione, Srila Rupa Gosvami:

 

prabhu lokanatha kabe sange laina jabe
sri rupera pada-padme more samarpibe

 

“Quando il mio signore e maestro Lokanatha Gosvami mi porterà con sé e mi situerà ai piedi di loto di Srila Rupa Gosvami?”

 

Leader dei sei Gosvami”, (8) Srila Rupa Gosvami era il bhakti-rasacarya di Narottama e di Lokanatha, ossia il maestro più esperto nel gustare i sentimenti del puro servizio devozionale a Krishna. E Sri Lokanatha, in quanto diksa guru di Narottama, ebbe il piacere e il previlegio di avvicinare il suo discepolo al leader fondatore della Sabha dei sei Gosvami. Il titolo di “Rasacarya” è simile a quello di “acarya-fondatore”, ma per l’imperscrutabile volere di Sri Caitanya, i tre semi originali - organizzativo, filosofico e culturale – che avrebbero dato nascita all’ “acarya-fondatore”, dovettero aspettare altri tre secoli e attraversare una moltitudine di sventure prima che i semi finali giungessero a fruttificare in modo definitivo nel principio dell’acarya-fondatore.


Semi letterari

Alla fine del diciannovesimo secolo, il grande acarya Gaudiya Vaisnava Srila Bhaktivinoda Thakura individuò e smascherò più di una dozzina di falsi gruppi Vaisnava, che a partire da appena un secolo dopo la dipartita di Sri Caitanya avevano praticamente disonorato il Vaisnavismo. Srila Bhaktivinoda non solo ristabilì in India gli insegnamenti del Signore e la gloria dei Vaisnava, ma concepì anche una missione di predica globale della coscienza di Krishna, contribuendo così a realizzare una profezia contenuta nelle Scritture risalenti al sedicesimo secolo: “Il canto del Mio nome sarà ascoltato in ogni città e in ogni villaggio.” (Sri Caitanya bhagavata, Antya-khanda 4.126)

Quando Srila Bhaktivinoda Thakura venne a sapere del crescente interesse che l’Occidente nutriva per la cultura indiana, per il sanscrito in particolare, inviò una copia della sua opera sanscrita Sri Krishna-samhita al trascendentalista americano Ralph Waldo Emerson. Quando poi Emerson gli rispose ringraziandolo e chiese altri libri in inglese, Srila Bhaktivinoda scrisse l’opera intitolata Sri Caitanya, la Sua Vita e i Suoi Insegnamenti, e ne inviò numerose copie a intellettuali e università occidentali. Fu tuttavia un suo lavoro in bengali, pubblicato nel 1900 e intitolato Harinama cintamani, a contenere i semi letterari conclusivi del principio dell’acarya fondatore.

Nel sesto capitolo Srila Bhaktivinoda descrisse le tre categorie di grandi maestri presenti in una linea di successione. Il primo maestro è il sampradayera adi-guru, capostipite della linea e illuminato direttamente dal Signore. Dopo di lui ci sono gli siksa-guru-pratisthita, i venerabili maestri che per tempi lunghissimi preservano intatti gli insegnamenti della successione. Quando infine Bhaktivinoda Thakura definì il terzo guru, lo descrisse in modo superlativo: “Tuttavia, l’adyacarya, o guru originale di una successione, viene giustamente adorato e rispettato come guru-siromani, il più elevato tra i maestri spirituali. Le sue conclusioni filosofiche sono perfette e devono essere seguite da tutti i membri della successione; qualsiasi istruzione che contrasti con le sue non verrà accettata.” (9) Il terreno era pronto affinché i semi dell’acarya-fondatore fruttificassero.


I semi fruttificano

Durante gli anni del 1880, progettando un Movimento internazionale per la coscienza di Krishna, Srila Bhaktivinoda riportò in vita la Vaisnava Raja Sabha e lanciò un periodico spirituale in lingua bengali intitolato Sajjana-tosani (“Per la Soddisfazione dei Devoti”). Quarant’anni dopo, l’illustre figlio di Srila Bhaktivinoda, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, ricostituì la Sabha chiamandola “Missione Gaudiya” e trasformò il periodico di suo padre nel The Harmonist, una rivista in lingua inglese di cui il professor Nisikanta Sanyal, un suo discepolo erudito, era coeditore. Programmato per coincidere con il lancio della nuova sede centrale della Missione a Calcutta, il numero del The Harmonist dell’ottobre 1930 conteneva la prima di una serie in tre parti che il professor Sanyal aveva scritto sulla “Gaudiya Math”. Fu in quell’articolo che la parola composta “acarya-fondatore”, coltivata per secoli, diede finalmente i suoi frutti:

 

La Gaudiya Math è identica al suo acarya-fondatore. Gli affiliati, i seguaci e la dimora di Sua Divina Grazia sono parti integranti della sua persona e non pretendono di essere nient’altro che rappresentanti totalmente subordinati a lui. Questa sottomissione piena, incondizionata e spontanea alla Guida non è solo compatibile con, ma assolutamente necessaria alla completa libertà d’iniziativa delle parti subordinate.

 

(10) Nel periodo storico più fiorente della Missione Gaudiya – la prima spedizione di predica Vaisnava in Europa - il libro che i principali predicatori in lingua inglese inviati da Srila Bhaktisiddhanta portarono con sé fu Shree Krishna Chaitanya, scritto dal Professor Sanyal e pubblicato da Srila Bhaktisiddhanta.
L’ampiezza e la profondità dell’opera, e la bravura con cui era stata composta, bastarono a impressionare positivamente gli intellettuali del mondo occidentale. Nella sua parte introduttiva, il Sommario elaborato metteva in luce l’intima connessione tra gli adi-guru (i capostipiti delle quattro sampradaya Vaisnava) e gli acarya-fondatori (i loro rappresentanti, che essendo straordinariamente investiti di potere, fecero rientrare le rispettive linee di successione nella storia documentata):

 

Le organizzazioni di Sree Vishnuswami, Sree [Nimbarka], Sree Ramanuja e Sree Madhva… sono collegate all’origine perché riconoscono la [remota] autorità degli antichi ed eterni maestri, [ossia] rispettivamente Lakshmi, Brahma, Rudra e i quattro [Kumara]. I quattro Acarya- Fondatori dell’Età del Ferro affermarono di predicare le stesse idee di questi maestri originali della religione.

 

Nel libro Shree Krishna Chaitanya la definizione di “acarya-fondatore” è applicata con rigore in riferimento a coloro che riportarono in vita le quattro sampradaya, noti anche come acarya-sampradaya. Poiché Srila Bhaktisiddhanta fondò solo un ramo della Gaudiya-sampradaya, che di per sé era solo un’estensione della Brahma-Madhva-sampradaya, sapeva che qualcuno lo avrebbe considerato presuntuoso se avesse usato questo titolo. Per la cronaca scritta, tuttavia, nelle pagine del The Harmonist permise al Professor Sanyal di riferirsi confidenzialmente a lui come all’ “acarya-fondatore” della Missione Gaudiya.

(11) Nella Quarta Parte della nostra serie scopriremo un’altra ragione per cui Srila Bhaktisiddhanta poté in seguito, con la stessa sicurezza, rinunciare al titolo di acarya-fondatore: previde sia ciò che ben presto sarebbe successo alla sua istituzione, sia l’opera dell’unico discepolo che sarebbe stato pronto, determinato e capace di dare nascita a un ramo nuovo della missione di Sri Caitanya lontano da Madre India.

 

NOTE:

1) Lettera a Kirtanananda del 25 gennaio 1969.

2) Lettera a Dinesh del 31 ottobre 1969. Altre lettere di Prabhupada che trattano della successione dei maestri sono disponibili sul Bhaktivedanta Veda-Base alle voci Contenuti/Raccolte/Siksamrta/ Maestro Spirituale e Discepolo/ La Nostra Parampara e altre Sampradaya.

3) Maestri spirituali successivi a Sri Caitanya, i quali apparvero nel Bengala, in India, talvolta chiamato Gaudadesa.

4) Per ulteriori informazioni sull’origine e l’evoluzione della Visva Vaisnava Raja Sabha, consultare il testo Srila Bhaktisiddhanta Vaibhava, di Bhakti Vikasa Swami, Volume 1 pp.70-73.

5) Bhakti-rasamrita-sindhu, 1.2.100.

6) Il Nettare della Devozione, Capitolo 6, principio devozionale numero 4, p.53.

7) Un resoconto completo dell’accettazione di Narottama da parte di Lokanatha è disponibile nell’opera I Gosvami di Vrindavana, del Dott. O. B. L. Kapoor.

8) Il Nettare della Devozione, Prefazione, frase 2.

9) Questa versione si basa sia sulla traduzione di Jayapataka Swami dei versi dell’Harinama-cintamani presenti nella sua offerta di Vyasapuja del 1989, sia sulla loro versione in prosa stilata da Bhanu Swami; entrambe le versioni sono disponibili sul Bhaktivedanta VedaBase.

10) Per l’evoluzione della parola composta acarya-fondatore nella letteratura della Missione Gaudiya consultare Srila Prabhupada, l’Acarya-Fondatore dell’ISKCON, di Ravindra Svarupa, pp. 32-46, sul sito www.founder-acharya.com.

11) The Harmonist 28.5:131 & 33.4:90-96.

 

Nel prossimo numero: Dopo aver esaminato lo sviluppo storico del principio dell’acarya-fondatore nella tradizione Gudiya Vaisnava, nella Terza Parte della nostra serie vedremo in che modo Srila Prabhupada divenne l’acarya-fondatore di un nuovo ramo operativo della comunità di Sri Caitanya, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, (ISKCON).

 

Suresvara Dasa si unì al Movimento Hare Krishna nel 1970. Dal 2011 rappresenta il Comitato sulla “Posizione di Srila Prabhupada”, istituito dalla Commissione del Corpo Governativo dell’ISKCON, e viaggia in tutti i centri ISKCON del mondo presentando una serie di seminari dal titolo “Srila Prabhupada, Il Nostro Acarya-Fondatore”. Per sapere come portare questa serie di seminari nella vostra zona, per favore, scrivete a Suresvara Dasa all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

I capostipiti delle quattro linee di successione vaisnava e il maestro spirituale più importante di ogni linea. Tra coloro che accettano questa conclusione, alcuni possono viverla in modo talmente sublime da ispirare altre anime ad arrendersi a Krishna.