Estratti di Libri: Un re protetto di Krishna Dharma dasa (L’irato saggio Durvasa crea un demone di fuoco per aggredire il re santo Ambarisa - Dipinto di Ramadasa Abhirama Dasa)

 

Estratto dal libro “Splendente come il Sole: un riassunto dello Srimad-Bhagavatam, la scienza completa di Dio (Edizioni Kindle e Kobo). L’e-book di 800 pagine è disponibile su www.krishnadharma.com.

 

Canto 8, Capitolo 4: Ambarisa offeso da Durvasa Muni

Il re Ambarisa governava il mondo intero e aveva ottenuto un’opulenza e una prosperità immense e imperiture. Elevato nella conoscenza spirituale, non s’interessava a tutto questo, realizzando che si trattava solo di un sogno. Sapeva che l’attaccamento alla ricchezza materiale non può che condurre al sentiero delle tenebre; considerava dunque l’universo insignificante quanto una pietruzza. Essendo un puro devoto di Visnu, desiderava soltanto servire il Signore e stare in compagnia degli altri devoti. Questo re santo era un emblema della coscienza di Krishna; la sua mente e i suoi sensi erano costantemente impegnati nel servizio del Signore. Per il piacere di Visnu e per il bene del mondo egli compiva grandi sacrifici sotto la supervisione di saggi come Vasistha, Asita e Gautama.

Tutti gli abitanti del regno di Ambarisa erano pii e dediti al servizio divino, non erano avidi o invidiosi, e vivevano in pace e armonia. Lo stesso re viveva in modo semplice, senza attaccamento alla posizione sociale e alla ricchezza, di cui vedeva la natura illusoria ed effimera, incapace di dare la vera felicità. Visnu, molto soddisfatto di Ambarisa, lo benedisse con la Sua arma, il cakra, che lo protesse da tutti i nemici e da ogni avversità. Una volta, il re e sua moglie decisero di osservare il voto di Ekadasi per un anno intero. Completato il voto, Ambarisa adorò Visnu e fece un bagno nella Yamuna. Dopo aver elargito la carità ai brahmana e offerto loro un pasto sontuoso, egli si accinse a interrompere il digiuno quando all’improvviso comparve il saggio Durvasa.

Il re lo accolse con gentilezza e disse: “Per favore, accomodati e permettimi di ospitarti a pranzo.” Durvasa rispose: “Accetterò la tua ospitalità, ma prima devo fare un bagno.” Il saggio si recò alla Yamuna e il re lo attese con pazienza. Assorto in meditazione sul Brahman, Durvasa restò per molto tempo immerso nel fiume e Ambarisa non poté attendere oltre l’interruzione del proprio digiuno; se non avesse mangiato subito, il suo voto sarebbe risultato inutile ed egli avrebbe commesso un’offesa al Signore. Ma come poteva mangiare prima del ritorno di Durvasa senza offendere il saggio? Il re consultò i sacerdoti, i quali erano confusi sulla risposta da dare. Alcuni gli consigliarono di proseguire il digiuno, altri dissero che avrebbe dovuto mangiare.

Fu Ambarisa a trovare la soluzione. “Devo senz’altro interrompere il digiuno per evitare di trasgredire alle regole del voto di Ekadasi, ma così facendo mancherò di rispetto a Durvasa; pertanto berrò solo un po’ d’acqua.” Bere acqua era considerato sia mangiare che non mangiare e in questo modo il re avrebbe adempiuto entrambi i suoi doveri. Prese dunque un sorso d’acqua e nulla di più. Il saggio Durvasa arrivò di lì a poco e grazie ai suoi poteri mistici capì subito che il re aveva bevuto dell’acqua. Allora s’infuriò. Adirato, fremente di rabbia, col viso contratto, disse: “Ma guarda un po’! Questo re, orgoglioso di essere un Vaisnava, non lo è per niente. Insuperbito dalla ricchezza e dal potere, crede di essere Dio e di poter trasgredire liberamente ai principi della religione.”

Mentre il saggio, paonazzo in volto, rimproverava Ambarisa, il re rimaneva in silenzio davanti a lui con le mani giunte. Durvasa continuò: “Mi hai invitato a pranzo e poi hai mangiato prima di me. Ora ti punirò.” Si strappò una ciocca di capelli e la scagliò in terra pronunciando un mantra. Istantaneamente, dal ciuffo di capelli emerse un demone spaventoso, simile al fuoco della devastazione. Ruggiva in un modo tremendo e impugnava un grosso tridente. Ambarisa restò placido e sereno anche mentre il mostro avanzava verso di lui. Subito apparve il cakra del Signore e circondò il demone con le sue fiamme minacciose. In pochi attimi, tutto quello che rimase del mostro fu un mucchietto di cenere dispersa dal vento.

Il cakra volse poi la sua attenzione verso Durvasa, i cui occhi si spalancarono per il terrore. Vedendosi minacciato dallo stesso destino che aveva colpito il demone da lui creato, il saggio scappò a gambe levate, inseguito dal cakra. Avvertendo il suo calore insopportabile, Durvasa si allontanava a grande velocità, ma il disco lo incalzava in tutte le direzioni: sulle colline, nelle caverne, in fondo al mare, su altri pianeti e perfino nelle sfere celesti. Il saggio non poteva sfuggirgli; il cakra lo seguiva inesorabilmente. Alla fine egli si presentò davanti a Brahma e lo implorò: “Mio caro signore, per favore, salvami.”

Brahma espresse al saggio in preda al panico la propria incapacità di aiutarlo. “Con un semplice movimento delle Sue sopracciglia, Visnu distrugge l’universo intero. Tutti gli esseri celesti e gli amministratori universali, inclusi Siva ed io, chiniamo la testa davanti a Lui ed eseguiamo i Suoi ordini. Come possiamo salvarti dal Suo cakra?” Durvasa non aveva tempo da perdere. Scappò via in fretta col cakra alle calcagna e si diresse verso il Monte Kailasa, dimora di Siva. Questi gli diede la stessa risposta di Brahma: “Io e gli altri esseri celesti ci avvicendiamo nell’universo, e pur nella nostra grandezza, non possiamo competere con Visnu. Egli crea e distrugge innumerevoli universi con un semplice atto della Sua volontà.”

Durvasa riprese a scappare e giunse fino a Vaikuntha, dove cadde ai piedi di Narayana stesso. “Salvami, salvami! Prendo rifugio in Te!” gridò. “Non conoscendo il Tuo potere senza limiti, ho offeso il Tuo caro devoto. Per favore, liberami da questa terribile reazione. Ci si può liberare perfino dall’inferno ricordando il Tuo nome!” Sebbene non fosse un devoto, il saggio era consapevole del potere di Visnu. Stava davanti a Lui con le mani giunte, guardandosi impaurito alle spalle mentre parlava. Narayana sorrise e disse: “Sono sotto il pieno controllo dei Miei devoti; in realtà, non ho alcuna indipendenza. Poiché i Miei devoti sono completamente liberi dai desideri materiali, Mi siedo nel loro cuore e resto a loro disposizione. Mi sono molto cari, come lo è chiunque sia caro a loro.”

Il Signore disse che non avrebbe potuto godere delle Sue opulenze e della Sua felicità spirituale senza i Suoi puri devoti. “Queste persone lasciano tutto per servirMi: la casa, la moglie, i figli, le ricchezze e perfino la propria vita. Come posso abbandonarli? Essi non conoscono che Me ed Io non conosco che loro.” Narayana consigliò a Durvasa di tornare immediatamente da Ambarisa e chiedergli perdono, perché questa era la sua unica possibilità. “Chi offende un devoto danneggia se stesso. L’austerità e la conoscenza sono grandi risorse, ma si trasformano nel loro opposto se coloro che le possiedono non sono gentili.” Durvasa capì che la sua unica speranza di salvezza era pacificare Ambarisa. Tornò indietro a grande velocità col cakra che continuava ad incalzarlo.


Capitolo 5: Durvasa Muni ha salva la vita


Quando Durvasa fu di nuovo davanti il re, si prosternò e gli afferrò i piedi. “Perdonami, grande re. Ti ho offeso,” implorò. Ambarisa inorridì nel vedere che il saggio correva un pericolo imminente. Sentendosi responsabile, iniziò a offrire preghiere al Sudarsana. “O cakra di buon auspicio, tu sei il fuoco, sei il potentissimo sole e anche la luna, il signore di tutti gli astri; sei l’acqua, la terra e il cielo, l’aria, i sensi e anche gli oggetti dei sensi. Sei la religione, la verità e il sacrificio. Mantieni l’universo e sei la suprema potenza trascendentale di Dio.” Sapendo che non c’è differenza tra Visnu e le Sue potenze, Ambarisa offrì molte preghiere, chiedendo infine che Durvasa venisse risparmiato.

Soddisfatto da questa offerta, il Sudarsana cessò d’inseguire il saggio. Completamente sollevato, Durvasa ringraziò più volte Ambarisa. “Mio caro re, oggi ho sperimentato la grandezza dei devoti di Visnu, perché nonostante la mia offesa, tu hai pregato per la mia salvezza. Per coloro che hanno raggiunto Visnu non esiste l’impossibile. Hai salvato la mia vita ed io sono in debito con te.” Il saggio era stato via per un anno intero, durante il quale Ambarisa aveva pazientemente atteso il suo ritorno senza mangiare nulla. Aveva bevuto solo acqua. Sentendo di aver offeso Durvasa e aspettando il suo ritorno, voleva offrire il cibo al saggio prima di mangiare. Quando Durvasa giunse davanti a lui, Ambarisa cadde ai suoi piedi e disse: “Per favore, siediti. Accetta i miei omaggi e mangia!”

Durvasa non aveva mai visto una simile dimostrazione di tolleranza e di perdono. Si sedette e gli fu servita una grande varietà di prelibatezze. Quando ebbe mangiato, disse al re: “Anche tu devi mangiare. Ti ho considerato erroneamente un uomo ordinario, ma ora vedo che sei un’anima elevata. Solo vedendoti e toccando i tuoi piedi ho provato gioia e soddisfazione.” Durvasa disse che le glorie del re si sarebbero diffuse in paradiso e in Terra. Senza mai smettere di lodare Ambarisa, egli prese le vie del cielo e tornò a Brahmaloka, il pianeta materiale più elevato. Sebbene Ambarisa comprendesse che il proprio potere dipendeva dalla grazia di Visnu, non sentiva alcun interesse per l’opulenza materiale; voleva soltanto servire il Signore.

In virtù del suo servizio, il re aveva realizzato appieno la Verità Assoluta e per lui anche il pianeta materiale più elevato non era migliore dell’inferno. Assorto nel pensiero di Visnu, egli accettò l’ordine di vanaprastha per dedicarsi solo alla pratica spirituale. Dopo aver diviso il proprio regno tra i figli, indossò abiti semplici e andò nella foresta. Sukadeva Gosvami concluse questa narrazione dicendo: “Chiunque reciti o semplicemente ricordi la storia del re Ambarisa diventerà subito un puro devoto di Krishna.”

 

Krishna Dharma è l’autore delle edizioni inglesi più vendute nel mondo del Mahabharata e del Ramayana. Vive a Londra con la sua famiglia. Potete conoscerlo meglio e leggere le sue opere su www. krishnadharma.com.