Lezione del Fondatore-acarya: Domande Legittime

 

sri-suka uvaca
variyan esa te prasnah
krito loka-hitam nripa
atmavit-sammatah pumsam
srotavyadisu yah parah

 

O re, la tua domanda è gloriosa perché è di grande beneficio per tutti gli uomini. La risposta a questa domanda è la cosa più importante che si possa ascoltare ed è approvata da tutti gli spiritualisti.

 

Lo Srimad-Bhagavatam è strutturato in domande e risposte. Fu innanzitutto esposto da Vyasadeva e ascoltato da suo figlio, Sukadeva Gosvami, che lo trasmise a Pariksit Maharaja prima della sua morte. In quella circostanza era presente anche Suta Gosvami. Questo sistema si chiama parampara ed è il passaggio della conoscenza da maestro a discepolo in una linea di successione. Nella Bhagavad-gita (4.1-2) Krishna dice:

 

imam vivasvate yogam
proktavan aham avyayam
vivasvan manave praha
manur iksvakave ‘bravit

evam parampara praptam
imam rajarsayo viduh
sa kaleneha mahata
yogo nastah parantapa

 

“Ho insegnato questa scienza immortale dello yoga a Vivasvan, il deva del sole, che la trasmise a Manu, il padre dell’umanità, il quale a sua volta l’impartì a Iksvaku. Questa scienza suprema fu trasmessa da maestro a discepolo e i re santi la ricevettero in questo modo. Tuttavia, nel corso del tempo la successione si è interrotta e questa scienza, nella sua integrità originale, sembra ora perduta.”

 

Il Signore parla qui del sistema parampara. Il metodo Bhagavata, o sistema vedico, diversamente da quello dei teosofi, per esempio, non prevede alcun lavoro di ricerca. I teosofi cercano Dio e Lo cercano in continuazione. Molti si avvicendano alla guida del loro Movimento, ma essi cercano sempre e dovranno continuare a farlo vita dopo vita, perché Dio non è oggetto di ricerca, non è una persona ordinaria o qualcosa di materiale. Nello Srimad-Bhagavatam (10.14.29) Brahma dice:

 

athapi te deva padambuja-dvayaprasada-lesanugrihita eva hi
janati tattvam bhagavan-mahimno na canya eko ‘pi ciram vicina

 

“Mio Signore, si può capire la grandezza della Tua Persona se si è favoriti anche solo da un briciolo della misericordia dei Tuoi piedi di loto, ma coloro che si limitano a filosofeggiare non possono conoscerTi neppure studiando i Veda per moltissimi anni.”

 

Ciram vicinvan. Non potrete capire Dio neanche se elucubrate per milioni di anni. Egli non è individuabile col sapere speculativo. La conoscenza di Dio si deve ricevere dalla fonte giusta, col processo deduttivo, non induttivo. Poiché i nostri sensi sono limitati, non possiamo farci un’idea precisa di Dio basandoci sulle nostre percezioni, quindi sull’ipotesi e la sperimentazione. Ci sono due metodi per acquisire la conoscenza: aroha-pantha e avaroha-pantha.

Aroha-pantha
significa conoscere qualcosa mediante il processo ascendente. La gente cerca di conoscere la luna, Venere e gli altri pianeti. Stanno letteralmente salendo nello spazio per capire. Lo hanno fatto per parecchi anni e ancora non sanno che cos’è la luna. Ci sono andati e poi sono tornati. Oltre tutto, è opinabile che ci siano mai andati e dalla situazione attuale si capisce che non ci andranno più. Forse stanno progettando di andare su qualche altro pianeta. Questo è ciò che credo, perché la loro descrizione della luna non coincide con le informazioni contenute nello Srimad-Bhagavatam.

La luna è uno dei pianeti celesti ed è abitato dai deva, che sono superiori agli esseri umani. Chi si eleva fino alla luna vi risiederà per diecimila anni. Lì, ogni giorno equivale a sei dei nostri mesi e la vita dura diecimila anni dei loro giorni. I seguaci del karma-kandiya che compiono scrupolosamente i rituali vedici sono elevati fino alla luna. Esistono sette sistemi planetari superiori e sette inferiori. Noi viviamo nel mezzo, a Bhurloka. Sopra di noi c’è Bhuvarloka, poi Svarloka, Janaloka, Maharloka, Tapoloka e Brahmaloka. Secondo gli sastra, le Scritture vediche, potete andare su pianeti come Brahmaloka e sul sole soltanto se avete le qualifiche necessarie. Vedete il sole ogni giorno, ma non potete andarci, non ne avete il diritto.

Il mascalzone dice: “Ci andrò con le mie forze, scoprirò tutto col sapere di cui dispongo, con la mia ricerca.” È impossibile. Che dire di comprendere Dio! Non riuscite neanche a capire il mondo che vi sta davanti, figuriamoci il mondo  spirituale, che si trova ben al di là di questo firmamento! Paras tasmat tu bhavah anyah (B.g. 8.20). Esiste un altro cielo, ma non ne avete alcuna idea. Anche nell’ambito del mondo materiale, riuscite a vedere solo
il cielo di questo universo, ma ci sono innumerevoli universi. Poi, al di là del mondo di materia si estende il cielo spirituale con i suoi pianeti Vaikuëøha, e al di sopra di essi c’è Krishnaloka, la dimora di Krishna. Non potrete mai capire Krishna – Dio – col processo speculativo o ascendente. Dovete informarvi dalle autorità giuste.


Il dovere di chi sta per morire

Pariksit Maharaja chiese a Sukadeva Gosvami: “Qual è il mio dovere ora che sto per morire?” Pariksit Maharaja fu maledetto da un giovane brahmana a morire entro sette giorni e sebbene avesse il potere di neutralizzare quella maledizione, decise di morire. Pensò: “Ho offeso suo padre, un rishi (saggio), appendendo al suo collo un serpente morto. Suo figlio si è arrabbiato e mi ha maledetto, ‘Poiché hai insultato mio padre, morirai come questo serpente!’” Pariksit Maharaja accettò la maledizione, lasciò subito il regno, la famiglia e tutto il resto, e raggiunse la riva del Gange. Essendo il re, numerose personalità importanti, grandi saggi e deva, andarono ad assisterlo durante gli ultimi sette giorni della sua vita.

Era devoto a Krishna sin dalla più tenera età, chiese dunque a Sukadeva Gosvami: “Qual è il mio dovere in merito alla conoscenza di Krishna?” Sukadeva Gosvami rispose: “La tua domanda, poiché riguarda Krishna, è più che gradita.” Variyan esa te prasnah. Prasnah significa ‘domanda’. “Hai fatto una domanda su Krishna e questo è davvero benefico.” Perché? Krito loka-hitam nripa: “È benefico per tutta l’umanità. Poiché mi hai chiesto di Krishna, ti risponderò e la gente ascolterà; ciò che dirò sarà tramandato e la gente ne trarrà beneficio.” Loka-hitam.

Il re Pariksit chiede e Sukadeva Gosvami risponde. Altrove, grandi personalità sante posero domande a Suta Gosvami ed egli rispose. Questo tipo di scambio è atmavit-sammatah. Atmavit significa ‘realizzato nel sé’. Chi non conosce il sé, ossia la propria identità, è un animale. “Chi sono? Sono il corpo o sono diverso dal corpo?” Chi non si pone queste domande non è un essere umano, è un animale. Gli animali non possono fare domande. I cani e i gatti non sono capaci di chiedersi: “Chi sono?” Chiunque abbia un corpo materiale soffre. Questa è la situazione. Non si tratta di essere europei o americani, neri o bianchi. Quando c’è il corpo materiale, che sia quello di un animale o di un uomo, c’è anche la sofferenza. Questa è la condizione materiale.

Il Movimento per la Coscienza di Krishna non si propone di mitigare le cosiddette sofferenze del corpo, perché dove c’è corpo c’è sofferenza. Non dobbiamo lasciarci turbare dai mali del corpo, che si manifesteranno anche se facciamo il possibile per evitarli. Nelle città europee si vedono grandi case, strade ampie e belle macchine. Una persona che arriva qui da un villaggio dell’India penserà di essere in paradiso: “Che belle case! Che belle macchine!” Credete così di non dover soffrire?

Uno sciocco può pensare: “Questo è il paradiso,” ma coloro che abitano in paradiso sanno bene che genere di paradiso è questo. Non appena prendete un corpo materiale dovete accettarne anche i mali. “Quali mali? Noi siamo qui per godere!” Di che cosa potete godere? C’è la garanzia che godrete di qualcosa? Avete grandi palazzi, strade ampie e belle macchine, e per questo credete di poter godere, ma che garanzia avete? In qualsiasi momento tutto può finire. Non c’è alcuna garanzia.


Una solida base

Il vero godimento è eterno; se è effimero non è godimento. Quando si costruisce una casa, si gettano prima fondamenta solide. “Quali sono le vostre fondamenta, cari signori? Dov’è la loro solidità? Potreste essere spazzati via in qualsiasi momento. Perché non costruite delle fondamenta abbastanza solide da permettervi di vivere qui per sempre?” Il problema è che le persone non sono abbastanza intelligenti e perderanno tempo a costruire una solida base per la casa piuttosto che per loro stesse, ma quella base è instabile e prima o poi crollerà. Coloro che hanno questo tipo d’intelligenza si chiamano animali.

Il cane può vivere dai sei ai dieci anni circa, eppure pensa con orgoglio: “Ho un bravo padrone!” Vedete? Non ha intelligenza. Ecco perché qui leggiamo atmavit-sammatah. Una domanda come quella di Pariksit è approvata dalle anime realizzate. Atmavit è “chi conosce la propria identità” e sammatah significa “approvato”. Atmavit sammatah pumsam srotavyadisu yah parah. Parah significa “superiore”. Siamo abituati ad ascoltare moltissime cose. Non vediamo l’ora di ascoltare la radio e i dischi, e di leggere le notizie sui giornali. Siamo sempre ansiosi di sentire le notizie.

Specialmente nel vostro Paese, si stampano milioni di quotidiani per soddisfare il continuo desiderio di sapere che cosa succede nel mondo. Tuttavia, dopo aver letto una o due pagine, buttate via il giornale perché le notizie sono trite e ritrite: c’è stato un conflitto politico, un incendio, un furto, questo e quell’altro. Sempre la stessa storia. Carvita-carvananam: si mastica il masticato. Questo genere di ascolto non vi darà alcun piacere, perciò è detto, srotavyadisu yah parah.

Krishna-prasna, lo scambio di domande e risposte su Krishna non è un evento o un ascolto ordinario. È atmavit-sammatah. Le anime realizzate sanno coglierne il valore e lo approvano, perché è trascendentale: srotavyadisu yah parah. Qualcuno potrebbe obiettare, “Questo è solo uno dei tanti argomenti che si possono ascoltare,” ma Sukadeva Gosvami dice: “No, questo è parah, trascendentale. È il più elevato scambio di domande e risposte.” Nel verso successivo continua:

 

srotavyadini rajendra
nrinam santi sahasrasah
apasyatam atma-tattvam
grihesu griha-medhinam

 

“Cieche alla conoscenza della Verità suprema, le persone troppo immerse nella vita materiale hanno molti argomenti di ascolto, o re.”

 

Rajendra significa ‘migliore tra i re’. Pariksit Maharaja era il sovrano migliore e ora si prepara a morire. Egli non pensa, “Sono il re, quando morirò diventerò di nuovo il re.” Non è così stupido, sa che in questa vita può essere un re e nella prossima un cane. È atmavit: conosce l’atma, l’anima. La destinazione dell’anima dopo la morte è decisa dalla natura. Non potete dire: “Ora sono un bel ragazzo o una bella ragazza francese e lo sarò anche nella prossima vita.”


I corvi adorano Napoleone

Tutti amano il proprio Paese. Questa è la civiltà moderna. Napoleone amava molto il vostro Paese, ma ora non sapete dove sia finito. Vi rimane solo la sua statua, eppure pensate: “Adoro Napoleone.” In realtà, non è così. La vera adorazione è quella che si pratica nel tempio. Se volete adorare Napoleone, dovete prendervene cura come noi ci prendiamo cura della Divinità. Invece lo tenete in strada e i corvi vi fanno sopra i bisogni. Questa non è adorazione, è un insulto. La civiltà moderna è priva di buon senso.

Se adorate Napoleone, perché lo trattate così? Noi adoriamo Krishna e Lo teniamo in un bel posto. Dicono: “È idolatria. Questi sciocchi adorano un idolo.” Intanto guardate come adorano Napoleone, guardate la loro intelligenza. L’opinione di coloro che non sono atmavit non ha valore, quindi non dobbiamo preoccuparcene. L’approvazione deve arrivare dalle anime realizzate. La loro opinione ha valore. Un mascalzone qualunque dice, “Secondo me,” ma che valore ha la sua opinione? Non l’accettiamo. Accettiamo solo l’opinione di Krishna e del Suo devoto.

Sukadeva Gosvami dice: “O re, le persone ordinarie fanno migliaia di domande e ascoltano migliaia di risposte.” Questa è la vita. L’uomo d’affari chiede, “Qual è il costo di questa merce?” e l’altro gli risponde, “Ecco il prezzo.” Allora, l’uomo d’affari replica, “Se mi conviene, acquisto.” Questo è ciò che accade di solito, ma lo scambio tra Pariksit Maharaja e Sukadeva Gosvami è di tutt’altra natura. Non è nemmeno paragonabile a un messaggio radiofonico, a una società di calcio e a tutto il resto. Queste cose sono per le persone ordinarie, che hanno migliaia e migliaia di domande e risposte. Perché loro hanno tanti argomenti con relative domande e risposte, mentre noi ne abbiamo solo uno, Krishna?

La risposta è nelle parole grihamedhinam. Nel linguaggio vedico ci sono due termini per definire le persone sposate: grihamedhi e grihastha. Grihastha è il termine che si usa di solito per designare i coniugi, coloro che vivono con la famiglia. Nella nostra epoca, specialmente nei Paesi occidentali, è molto difficile accettare l’ordine di rinuncia, il sannyasa. In realtà, oggigiorno il sannyasa è proibito, eccetto nei casi in cui si ha una grande forza spirituale. È meglio restare grihastha e coltivare la coscienza di Krishna a casa.

Non prendete il sannyasa alla leggera per poi fare ogni sorta di nonsensi. Né diventate grihamedhi, persone che sanno solo mantenere la famiglia e vivere nelle comodità, facendo della casa il centro della loro vita. Il grihamedhi ha migliaia di domande e risposte sulla famiglia, mentre il grihastha ha solo un oggetto di domande e risposte: Krishna. Nel nostro Movimento per la Coscienza di Krishna non discutiamo di qualsiasi argomento, ma parliamo di Krishna, e anche se parlassimo di Krishna per centinaia di anni, non avremmo ancora finito. Abbiamo un grande numero di libri. Comprendere anche una sola parola dello Srimad-Bhagavatam potrebbe richiedere cent’anni.

Potete cercare di capire le parole iniziali dello Srimad-Bhagavatamjanmady asya yatah – per cent’anni. Continuate a leggere ogni giorno lo Srimad-Bhagavatam e la Bhagavad-gita. Più diventate atmavit, spiritualmente realizzati, più scoprirete in queste opere nuovi significati, nuova luce. Lo Srimad-Bhagavatam è così bello! Qual è il limite dell’apprendimento? È quando si comprende lo Srimad-Bhagavatam. Allora, non avrete più bisogno di altra conoscenza. Ecco perché quest’opera viene definita srotavyadisu yah parah, di prima classe, la più elevata. I grihamedhi non sanno che c’è l’anima e che l’anima è eterna.

Tutti inseguono la felicità, ma la felicità di chi? La felicità dell’anima, la felicità di Krishna. Cercano di proteggere il corpo, hanno un grande amore per il corpo. Perché? Perché al suo interno c’è l’anima. Lo sanno tutti. Appena l’anima se ne va, il corpo diventa inutile, spazzatura sulla strada di cui a nessuno importa più niente. Immaginate il corpo di un bell’uomo e di una bella donna stesi morti per strada. Importerebbe a qualcuno? Finché c’è l’anima si pensa: “Oh, che bell’uomo, che bella donna!” L’importante è l’anima. Quindi, in realtà amiamo l’anima. Questo è un fatto. Perché amiamo l’anima? Perché amiamo Krishna. L’anima è un frammento infinitesimale di Krishna. Perché proviamo tanto amore per l’anima? Perché è un frammento infinitesimale di Krishna.

In ultima analisi, amiamo Krishna. Questa è la conclusione. Se non amiamo Krishna, viviamo una condizione anomala. La normalità è amare Krishna. Stiamo dunque cercando di risvegliare la coscienza di Krishna nelle persone. Non appena si diventa stabili nella coscienza di Krishna e s’inizia ad amare Krishna, non si desidera più amare alcunché separatamente da Lui. Dhruva Maharaja disse: “Ora sono pienamente soddisfatto.” Diversamente, finché non saremo anime realizzate avremo tante domande e tante risposte, e sprecheremo il nostro tempo. Krishnaprasna, le domande su Krishna devono essere costanti. Troverete tutte le risposte nella Bhagavad-gita e nello Srimad-Bhagavatam, e solo grazie a queste domande e a queste risposte la vostra vita avrà successo.

Vi ringrazio molto.