La lezione del Fondatore-Acarya: Coscienza limitata & Coscienza Illimitata [Dettagli da un dipinto di Yadurani Devi Dasi]

 

 

Srila Prabhupada 

 

Sri Krishna insegna che l’anima individuale,
sebbene possieda le cinque caratteristiche di Dio,
non è mai uguale a Lui

 

Qual è l’obiettivo del Movimento per la Coscienza di Krishna? La purificazione della coscienza. Nella Bhagavad-gita (2.17), Sri Krishna dice, avinasi tu tad viddhi yena sarvam idam tatam: “Sappi che ciò che pervade il corpo è indistruttibile.” Esistono due tipi di coscienza, una è limitata, l’altra illimitata. La coscienza illimitata è in Dio e la coscienza limitata è in voi, in me e in tutti gli altri esseri viventi. Se pizzico il vostro corpo, provate dolore. Questo è il sintomo della coscienza: “Qualcuno mi sta pizzicando.”

Se invece pizzico il corpo di qualcun altro, non siete in grado di provare nulla. La vostra coscienza e la mia sono dunque limitate al nostro corpo. Esiste tuttavia una coscienza universale, la coscienza di Krishna. Se pizzico il vostro corpo, Krishna nella Sua funzione di Paramatma, l’Anima Suprema, sente che sto pizzicando qualcuno. Questa conoscenza è contenuta nella Bhagavad-gita. Nel tredicesimo capitolo, Krishna parla di ksetra-jna. Ksetra significa ‘campo’ e si riferisce al corpo, jna è il conoscitore.

Ksetra-jna è dunque il conoscitore del corpo. Krishna dice che in ogni corpo c’è uno ksetra-jna. Io conosco il dolore e il piacere del mio corpo e voi quelli del vostro. Krishna dice: ksetra-jnam capi mam viddhi sarva-ksetresu bharata “Sappi, o discendente di Bharata, che anch’io sono il conoscitore presente in ogni corpo.” (Gita 13.3) Krishna è presente in tutti i corpi: isvarah sarva-bhutanam hid-dese ‘rjuna tisthati “Il Signore Supremo Si trova nel cuore di tutti, o Arjuna.” (Gita 18.61)

Egli conosce dunque il dolore e il piacere di ogni corpo. Ecco ciò che distingue Dio da noi. Questa è la prova. Qualcuno pretende di essere Dio, ma com’è possibile? Non può conoscere il dolore e il piacere degli altri. Krishna invece ha questo potere ed è proprio qui la differenza tra Lui e l’anima individuale. Dio è cosciente così come lo siamo noi, ma la nostra coscienza è limitata mentre la Sua è illimitata. Questa è la differenza.

Krishna disse ad Arjuna, “Ho insegnato questa scienza immortale dello yoga al deva del sole” e Arjuna replicò, “Com’è possibile? Sia Tu che io siamo nati da poco. Come puoi affermare di aver spiegato questa conoscenza al deva del sole in un passato così lontano, quaranta milioni di anni fa?” Krishna rispose, “Caro Arjuna, tu sei il Mio amico eterno, sei sempre con Me. Quando ho istruito il deva del sole eri presente anche tu, ma lo hai dimenticato. Io invece non ho dimenticato.” Questa è la differenza tra Krishna e Arjuna. Vedaham samatitani (Gita 7.26): diversamente da noi, Krishna sa tutto del passato, del presente e del futuro. Occorre innanzitutto capire questa differenza.


Capire la differenza

La Bhagavad-gita spiega che la jiva, l’anima individuale, è parte di Krishna come la scintilla è parte del fuoco. La scintilla è infinitesimale, ma non è diversa dal fuoco in qualità. Se una scintilla vi cade addosso, il vostro abito si brucerà subito. La facoltà di bruciare è presente sia nel fuoco grande che nel fuoco piccolo. Analogamente, noi siamo uguali a Dio in qualità. Possiamo citare anche l’analogia della goccia di mare, la cui composizione chimica è la stessa del mare. Krishna è onnipotente e anche noi siamo potenti. Krishna può creare e anche noi possiamo creare. Krishna sa creare innumerevoli pianeti che fluttuano nello spazio, mentre noi sappiamo creare un minuscolo aeroplano o un missile, e farli volare. Vedete? La creatività è presente sia in Dio che nella jiva, ma c’è un abisso tra il potere creativo di Krishna e il mio.


L’intelligenza che si nasconde dietro la natura

Nei Veda (Svetasvatara Upanisad 6.8) si legge:

 

na tasya karyam karanamca
vidyatena tat-samas cabhyadhikas ca drisyate
parasya saktir vividhaiva sruyate
svabhaviki jnana-bala-kriya ca

 

“Il Signore Supremo non ha nulla da fare e nessuno Lo eguaglia o è superiore a Lui. Tutto si compie in modo naturale e sistematico grazie alle Sue molteplici energie.”

 

Supponiamo che io voglia dipingere un bel fiore. Mi occorrono un pennello, la pittura, l’intelligenza e il tempo, e in pochi giorni dipingerò un bel fiore. Ebbene, l’energia di Krishna è così efficiente da manifestare milioni di fiori colorati in una volta sola. Lo scienziato sciocco dice che questa è opera della natura. No. La natura è strumentale, dietro di lei c’è l’intelligenza di Dio. Questa comprensione è la coscienza di Krishna. Chi è cosciente di Krishna capisce che il fiore non è il risultato di un cieco processo creativo. La grande varietà di fiori, alberi e foglie si manifesta sotto la direzione di Krishna, una direzione così potente che tutto si compie all’istante – svabhaviki jnana-bala-kriya ca.

Un grande scienziato preme il bottone di una macchina e subito avviene qualcosa di meraviglioso. La macchina non agisce in modo autonomo, è lo scienziato che preme il bottone, quindi non accettate la folle idea secondo cui la natura agisce in modo indipendente. Krishna insegna nella Bhagavad-gita (9.10):

 

mayadhyaksena prakritih
suyate sa-caracaram
hetunanena kaunteya
jagad viparivartate

 

“La natura materiale è una delle Mie energie e agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, generando tutti gli esseri mobili e immobili. Governato dalle sue leggi, il cosmo è creato, poi annientato in un ciclo senza fine.”

 

Mayadhyaksena, “Sotto la Mia direzione” opera la natura, non alla cieca. Pensare che la natura agisca in modo autonomo significa avere una conoscenza ancora immatura. Un bambino vede un aereo nel cielo e crede che voli da solo. No. Senza il pilota l’apparecchio non funziona; può anche essere perfetto, ma il pilota è indispensabile. La civiltà odierna cerca stupidamente di eludere Dio, l’intelligenza di Dio. Krishna dice mayadhyaksena prakitih: “La natura agisce sotto la Mia direzione.” Chi è cosciente di Krishna vede la mano di Dio oltre la natura. Questa è la sua visione.

Il Visnu Purana (1.22.53) insegna:

 

eka-desa-sthitasyagner
jyotsna vistarini yatha
parasya brahmanah saktis
tathedam akhilam jagat

 

“Tutto ciò che vediamo in questo mondo non è altro che un’emanazione delle molteplici energie di Dio, la Persona Suprema, che come un grande fuoco espande la Sua luce e illumina a distanza, benché Egli sia situato in un luogo ben preciso.”

 

Questo verso spiega la creazione del mondo. Il sole, emblema del fuoco, è situato a più di novanta milioni di chilometri dalla Terra, ma poiché è un pianeta infuocato, il suo calore e la sua luce si espandono rendendo possibile la manifestazione di tutto ciò che ci circonda. Ne abbiamo un’esperienza pratica. Nei Paesi nordici, dove c’è meno luce e calore, le piante e i fiori non crescono rigogliosi, e quando nevica o non c’è il sole, gli alberi perdono le foglie e inaridiscono. Come il sole, che manifesta la varietà di foglie, fiori e frutti grazie al calore e alla luce che emana, Krishna possiede due diverse energie, spirituale e materiale.

L’energia materiale è sostanzialmente buia, priva di luce. L’istruzione dei Veda è dunque tamasi ma jyotir gamah: “Non restare nel buio, vai alla luce.” Oltre il cielo materiale che conosciamo ce n’è un altro, il cielo spirituale. Dato che il cielo materiale è buio per natura, Krishna ha creato il sole. Recita la Brahma-samhita (5.52):

 

yac-caksur esa savita sakalagrahanam
raja samasta-sura-murtir asesatejah
yasyajnaya bhramati sambhita-kalacakro
govindam adi-purusam tam aham bhajami

 

“Il sole, re di tutti i pianeti, colmo di radiosità infinita e immagine dell’anima buona, è come l’occhio di questo mondo. Adoro Govinda, il Signore primordiale, al cui ordine il sole obbedisce per compiere il suo viaggio salendo sulla ruota del tempo.”

 

Gli scienziati dicono che il sole ruota perfettamente nella propria orbita e che un suo minimo spostamento provocherebbe la glaciazione universale o ridurrebbe in cenere ogni cosa. Hanno dunque osservato che il sole si muove con molta attenzione, che non devia, ma resta sempre nella sua orbita. Chi ha progettato quest’orbita? La Brahma-samhita c’informa, yasya-ajnaya: “al cui ordine” il sole viaggia esattamente nella propria orbita (bhramati sambhita-kalacakro). Sri Brahma dice, “Offro la mia adorazione a questa persona: govindam adi-purusam tam aham bhajami. Questa persona è Govinda, Sri Krishna.

Brahma non si stupisce di fronte all’organizzazione del mondo materiale – il moto del sole e della luna, i cicli della natura. Sa che dietro a ogni cosa c’è una grande intelligenza: Krishna. Il Signore dice nella Bhagavad-gita (10.8):

 

aham sarvasya prabhavo
mattah sarvam pravartate
iti matva bhajante mam
budha bhava-samanvitah

 

“Dei mondi spirituali e materiali sono la fonte, da Me tutto emana. I saggi che conoscono perfettamente questa verità Mi servono e Mi adorano con tutto il cuore.”

 

Chiunque abbia compreso Krishna nel modo giusto, cioè in tutta la Sua verità, è cosciente di Lui ed è budha, situato nella conoscenza. Krishna è immenso. Il Suo potere è immenso.


Comprendere Krishna nel modo giusto

Di solito la gente prende Krishna alla leggera. “Oh, Krishna danzava con le gopi.” Non sanno chi è Krishna, quindi vanno all’inferno per aver sentito parlare della rasa-lila dalle persone sbagliate. A volte dobbiamo confrontarci con queste domande, “Perché Krishna ha agito così?” Purtroppo, la gente ascolta lo Srimad-Bhagavatam da recitatori professionisti, i quali leggono al pubblico solo i capitoli della rasa-lila. Poiché non conoscono nient’altro, questi oratori sono incapaci di spiegare il Bhagavata, non possiedono l’intelligenza necessaria a far luce sulla complessità dei suoi versi, a cominciare dal primo: janmady asya yatah.

Ecco perché non conoscono Krishna. Saltando a piè pari, vanno direttamente alla rasa-lila, la danza spirituale, così la gente ne travisa il significato. Nella Bhagavad-gita (7.3) Krishna dice:

 

manusyanam sahasresu
kascid yatati siddhaye
yatatam api siddhanam
kascin mam vetti tattvatah

 

“Tra migliaia di persone forse una cercherà la perfezione e tra coloro che la raggiungono raro è chi Mi conosce veramente.”

 

Occorre capire Krishna veramente, allora la coscienza di Krishna aiuta a diventare budha bhava-samanvitah, persone sagge che percepiscono la presenza di Dio ovunque. Solo così ci si può assorbire pienamente nella coscienza di Krishna. E qual è il modo per conoscere Krishna veramente? Lo spiega Egli stesso:

 

brahma-bhutah prasannatma
na socati na kanksati
samah sarvesu bhutesu
mad-bhaktim labhate param

 

“Chi raggiunge il piano trascendentale realizza subito il Brahman Supremo e sente una felicità profonda. Si mostra equanime con tutti gli esseri, non si lamenta e non desidera niente. Può allora servirMi con una devozione pura.”
(Bhagavad-gita 18.54)

 

Solo dopo aver realizzato il Brahman, cioè dopo essersi liberati dalla contaminazione materiale ed essere diventati felici e privi di ansie, ci si può dedicare pienamente al servizio di devozione a Krishna. Questo è ciò che il Signore dice nel verso successivo (Bhagavad-gita 18.55):

 

bhaktya mam abhijanati
yavan yas casmi tattvatah
tato mam tattvato jnatva
visate tad-anantaram

 

“Soltanto con la pratica del servizio di devozione è possibile conoscerMi così come sono, come Dio, la Persona Suprema, e quando si è pienamente coscienti di Me grazie a questa devozione si entra nel Mio regno divino.”

 

Krishna dev’essere compreso così com’è, senza invenzioni o speculazioni, e senza scrivere sciocchi commentari che sono dotti solo di nome. Provate a capire Krishna così com’è. Questa è coscienza di Krishna. Allora riuscirete a capire anche come Krishna opera e come funziona il mondo, cioè l’atmosfera materiale, la manifestazione cosmica. Krishna dice, mayadhyaksena: “Sotto la Mia direzione”. Krishna parla in questi termini di chi Lo comprende in modo scientifico:

 

janma karma ca me divyam
evam yo vetti tattvatah
tyaktva deham punar janma
naiti mam eti so ‘rjuna

 

“Chiunque conosca la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività, o Arjuna, non deve più nascere in questo mondo materiale; lasciando il corpo, raggiunge la Mia eterna dimora.”
(Bhagavad-gita 4.9)

 

Non è lo sciocco che si libera, ma la persona intelligente che conosce Krishna nella Sua realtà. Dopo aver lasciato un corpo di materia, invece di prenderne un altro torna a casa, da Dio.


Il nostro splendore originale

Come ha potuto l’anima individuale, cioè una parte integrante di Krishna, cadere nell’esistenza materiale? Lo possiamo spiegare con l’analogia della scintilla: finché la jiva è nel “fuoco”, ossia connessa a Krishna attraverso il servizio devozionale, splende come il fuoco; è solo una scintilla ma risplende. Se invece cade lontano dal fuoco, si spegne immediatamente, la sua luce scompare. L’anima può trovarsi in tre situazioni, secondo i tre influssi materiali con cui viene a contatto. Sebbene possieda una natura eternamente spirituale, quando entra nell’atmosfera materiale subisce il dominio di questi tre influssi: sattva-guna, la virtù; rajo-guna, la passione; tamo-guna, l’ignoranza.

Chi è influenzato dal sattva-guna ha qualità brahminiche. Krishna dice:

 

samo damas tapah saucam
ksantir arjavam eva ca
jnanam vijnanam astikyam
brahma-karma svabhava-jam

 

“La serenità, il controllo di sé, l’austerità, la purezza, la tolleranza, l’onestà, la conoscenza, la saggezza e la pietà sono le qualità naturali che manifesta il brahmana nelle sue attività.”
(Bhagavad-gita 18.42)

 

Chi è dotato di qualità brahminiche può comprendere la propria relazione col Supremo. L’esempio della scintilla serve anche a spiegare la triplice condizione della jiva quando cade sotto il dominio dei tre guna: se cade sull’erba secca, dà fuoco all’erba; se cade sul terreno umido, brilla per un po’ e poi si spegne; se cade nell’acqua, si spegne subito. Questo è ciò che accade all’anima individuale quando viene nel mondo materiale: se vive nella virtù, mantiene la sua coscienza divina; se vive nella passione, è molto attiva nella sfera mondana; se vive nell’ignoranza, diventa un animale o un essere umano animalesco.

Il Movimento per la Coscienza di Krishna offre a ognuno di noi la possibilità di splendere di nuovo in compagnia di Krishna. Se rimettete la scintilla nel fuoco, risplenderà di nuovo. Ebbene, la missione del Movimento per la Coscienza di Krishna è cercare di risvegliare in ogni persona la coscienza spirituale addormentata. Sri Caitanya Mahaprabhu dice:

 

nitya-siddha krishna-prema ‘sadhya’ kabhu naya
sravanadi-suddha-citte karaye udaya “

 

Il puro amore per Krishna è situato eternamente nel cuore di ogni anima individuale. Non è qualcosa che si deve acquisire dall’esterno. Quando il cuore si è purificato grazie al canto e all’ascolto devozionale, questo amore si risveglia in modo naturale.”
(Caitanya-caritamita, Madhya 22.107)

 

Stiamo solo tentando di ravvivare nelle persone la loro originale coscienza di Krishna e di risvegliare la società affinché si unisca al nostro Movimento e faccia della vita un successo. Questo è il Movimento per la Coscienza di Krishna.

Vi ringrazio molto.