La lezione del fondatore-acarya: Radharani: La potenza di piacere di Krishna

 

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

 

 

Questa sera parliamo di Radhastami, il giorno in cui appare Srimati Radharani. Cerchiamo di capire la prima energia di Krishna, la Sua potenza di piacere, Radharani. Le Scritture vediche spiegano che Krishna possiede molteplici energie. Un uomo potente non deve far altro che esprimere la propria volontà e i numerosi assistenti e segretari di cui dispone agiranno per suo conto. Così, Dio, la Persona Suprema, ha diverse energie che Lo servono in modo perfetto.

Il nome sanscrito dell’energia materiale è bahirangasakti o “potenza esterna” di Krishna. Come opera quest’energia, il Signore lo spiega nella Bhagavad-gita (9.10), mayadhyaksena prakritih suyate sa-caracaram: “L’energia materiale agisce sotto la Mia direzione”. Non è una potenza cieca, opera per conto di Krishna. Prakritih è l’energia materiale, l’energia esterna. C’è poi l’energia interna, che manifesta il mondo spirituale. Paras tasmat tu bhavah anyah (Gita 8.20). È para, superiore, trascendentale; è il mondo spirituale. Come il mondo materiale è gestito dalla potenza esterna, il mondo spirituale è diretto dalla potenza interna, Radharani.

Oggi ricorre l’apparizione di Radharani e dobbiamo cercare di capire chi è Radharani. È la potenza di piacere, hladini-sakti. Anandamayo bhyasat; nel Vedanta-sutra (1.1.12), la Verità Assoluta è descritta come anandamaya, eternamente situata nella potenza di piacere. Quando desiderate ananda, il piacere, non potete averlo da soli, non potete godere da soli. Provate piacere quando siete in compagnia di amici e parenti. Io sto parlando e il mio parlare è per me fonte di gioia perché ci sono molte persone che ascoltano. Non posso parlare da solo e provare ananda.

Posso anche parlare qui da solo, in piena notte, ma non c’è ananda. Perché si manifesti ananda, si dev’essere in compagnia, perciò Krishna, la Verità Assoluta, essendo anandamaya, Si è moltiplicato: eko bahu syam. Noi siamo Sue parti integranti e siamo destinati a darGli piacere. La potenza primaria di piacere è Radharani. Krishna è Param Brahman; lo avete letto nella Bhagavad-gita: quando Arjuna comprese la Bhagavad-gita, designò Krishna come Param Brahman (Gita 10.12). In questo mondo si vedono grandi santi che rinunciano a ogni piacere materiale solo per gustare brahmananda, il piacere dell’esistenza spirituale. Diventano sannyasi, rinunciano al mondo per realizzare il Brahman.

Se occorre distaccarsi da tutto ciò che è materiale per situarsi nel Brahman, pensate forse che il Param Brahman, il Brahman Supremo, possa godere della materia? Certamente no, il piacere di Krishna non è materiale. Bisogna capire bene questo punto. Rinunciamo alla materia per realizzare il Brahman, come può dunque il Param Brahman godere della materia? A questa domanda risponde molto bene Jiva Gosvami nel suo Bhagavata-sandarbha. In questo mondo non abbiamo informazioni sul Param Brahman, ma solo qualche cenno sul Brahman e sul Paramatma. Non ci sono informazioni su Bhagavan, il Param Brahman, perciò Krishna dice:

 

manusyanam sahasresu
kascid yatati siddhaye
yatatam api siddhanam
kascin mam vetti tattvatah

 

“Tra migliaia di persone forse una cercherà la perfezione e tra coloro che la raggiungono raro è chi Mi conosce veramente.”
(Gita 7.3)

 

Siddhaye significa comprendere il Brahman o il Paramatma, l’Anima Suprema. Tra le tante persone che realizzano il Brahman o il Paramatma, a malapena una può conoscere Krishna. Che cosa possiamo quindi capire della potenza di piacere di Krishna? Se non conosciamo un grande uomo, come possiamo conoscere la sua vita privata? Se non conosciamo Krishna, come possiamo capire il modo in cui Egli prova piacere? I discepoli principali di Sri Caitanya Mahaprabhu, conosciuti come i sei Gosvami, ci hanno dunque lasciato informazioni su Srimati Radharani, la potenza di piacere di Krishna, e noi abbiamo trascritto queste informazioni ne Gli Insegnamenti di Sri Caitanya. Se avete questo libro, potete leggere degli scambi d’amore trascendentale tra Radha e Krishna.


Pregare Radharani

Preghiamo Radharani perché è la potenza di piacere di Krishna. Krishna significa “infinitamente affascinante”, ma Radharani è talmente grande da affascinare Krishna. Krishna affascina, ma Lei affascina Krishna. Oggi cerchiamo di capire la posizione di Srimati Radharani e Le rendiamo omaggio.

 

tapta-kancana-gaurangi
radhe vrindavanesvari
vrisabhanu-sute devi
pranamami hari-priye

 

“Offriamo i nostri rispettosi omaggi a Radharani, che ha il colore dell’oro fuso ed è la Regina di Vrindavana. Tu sei la figlia del re Vrisabhanu e sei molto cara a Sri Krishna. Ti rendiamo dunque il nostro omaggio.”

 

Radharani è hari-priya, “molto cara a Krishna”. Avvicinare Krishna diventa facilissimo per la grazia di Radharani, per la sua misericordia. Se Radharani è incline verso un devoto, Krishna lo accetta subito, per quanto sciocco egli sia. Poiché è stato raccomandato da Radharani, Krishna lo accetta. Per questa ragione, oggi a Vrindavana tutti cantano il nome di Radharani più del nome di Krishna. Ovunque andiate, trovate devoti che si salutano dicendo “Jaya Radhe!” Succede tuttora; glorificano Radharani, sono interessati ad adorare Radharani più che Krishna, perché per quanto caduti siano, se in qualche modo riescono a soddisfare Radharani, sarà facile per loro comprendere Krishna.

Se provate a capire Krishna con la speculazione filosofica, impiegherete moltissime vite, ma se adottate il servizio devozionale e provate a soddisfare Radharani, avrete Krishna con facilità, perché Radharani può darvi Krishna. È la devota più grande, l’emblema del maha-bhagavata, il devoto per eccellenza. Nemmeno Krishna è in grado di capire le qualità di Radharani. Egli dice nella Bhagavad-gita (7.26): vedaham samatitani, “So tutto”, eppure non comprende Radharani. Lei è davvero grande.


Krishna nel ruolo di Caitanya Mahaprabhu

Krishna è venuto nelle vesti di Caitanya Mahaprabhu e ha accettato la posizione di Radharani per comprendere la propria potenza di piacere. Ha pensato: “Sono perfetto e completo da ogni punto di vista, nondimeno vorrei capire Radharani. Perché?” Questo desiderio Lo ha spinto ad adottare l’attitudine di Radharani. Si tratta di una grande scienza trascendentale. Solo chi è avanzato nella coscienza di Krishna ed esperto nella conoscenza degli sastra, le Scritture vediche, può capirla; possiamo tuttavia parlarne alla luce degli sastra. Quando Krishna ha desiderato capire Se stesso, ha assunto il carattere di Radharani e questo è Caitanya Mahaprabhu.

Radha-bhava-dyuti-suvalitam: Caitanya Mahaprabhu è Krishna, ma ha adottato l’attitudine di Radharani e, come lei, Si è immerso nel sentimento di separazione da Krishna. Il metodo del servizio devozionale insegnato da Caitanya Mahaprabhu e dalla Sua linea di successione mira al conseguimento del senso di separazione da Krishna. Questa è la posizione di Radharani: una separazione costante. Nessuno dei sei Gosvami di Vrindavana disse mai, “Ho visto Krishna”. Sebbene fossero i devoti più elevati, non dissero mai, “Abbiamo visto Krishna”.

Pregavano così: he radhe vrajadevike ca lalite he nanda-suno kutah, “O Regina di Vrindavana, Radharani! O Lalita! O figlio di Nanda Maharaja! Dove siete?” Radharani non è mai sola, ma sempre con le Sue amiche, Lalita, Visakha e le altre ragazze di Vrindavana. Nella loro maturità, i sei Gosvami di Vrindavana pregavano così: Radharani, dove sei? Dove sono i tuoi amici? E dove sei Tu, Krishna, figlio di Nanda Maharaja? Dove siete andati tutti? Erano sempre in cerca, non dicevano mai: “La notte scorsa ho visto Krishna che danzava con le gopi”.

Solo un sahajiya parla così, non un devoto maturo. Sahajiya è chi dà poco valore ai divertimenti di Radha-Krishna. Per i sahajiya, Radha e Krishna sono così a buon mercato da poter essere visti ogni notte. No. I Gosvami non ci hanno mai insegnato questo; erano sempre in cerca di Radha e Krishna. Sri-govardhanakalpa-padapa-tale kalindivane kutah: “Siete sulle Collina Govardhana? O sulle rive della Yamuna?” Erano sempre immersi in questi sentimenti di struggente nostalgia.

“Dove sei, Radharani? Dove sei? Dove siete Lalita e Visakha, amiche di Radharani? Dove sei Krishna? Sei vicino alla Collina Govardhana? Sulle rive della Yamuna?” Giravano per tutta Vrindavana piangendo e cercando. Khedair maha-vihvalau: come pazzi. Questo è l’esempio devozionale dei sei Gosvami: Rupa Gosvami, Sanatana Gosvami, Raghunatha Dasa Gosvami, Raghunatha Bhatta Gosvami, Jiva Gosvami e Gopala Bhatta Gosvami.


Il metodo di adorazione insegnato da Caitanya Mahaprabhu

Per comprendere in che modo cercare Krishna e Radharani a Vrindavana o nel nostro cuore dobbiamo seguire le orme dei Gosvami. Questo è il metodo di adorazione adottato da Sri Caitanya: sentimento di separazione o vipralambha-seva. Caitanya Mahaprabhu sentiva a tal punto questa separazione da Krishna che in piena notte usciva dalla Sua stanza e nessuno sapeva dove andava. Andava in cerca di Krishna e finiva in mare. Questo è il sentimento di servizio devozionale insegnato da Caitanya Mahaprabhu. Non che si pensa: “Ho visto Radha e Krishna che danzavano nella rasa-lila”.

No, non così. Bisogna sentire la separazione; più sentite questa separazione da Krishna, più siete spiritualmente avanzati. Non provate a vedere Krishna in modo artificiale, maturate invece un sentimento di separazione da Lui e il vostro servizio devozionale sarà perfetto. Questo è l’insegnamento di Sri Caitanya. Non possiamo vedere Krishna con gli occhi materiali.

 

atah sri-krishna-namadi
na bhaved grahyam indriyaih
sevonmukhe hi jihvadau
svayam eva sphuraty adah

 

“Nessuno può cogliere la natura trascendentale del nome, della forma, delle qualità e dei divertimenti di Krishna attraverso i sensi contaminati dalla materia. Solo quando si è pregni di energia spirituale grazie alla pratica del sublime servizio al Signore, Egli rivela il Suo nome, la Sua forma, le Sue qualità e i Suoi divertimenti.”
(Bhakti-rasamrita-sindhu 1.2.234)

 

Con i nostri sensi materiali non possiamo né vedere né sentire Krishna, ma possiamo realizzare il nostro legame con Lui attraverso il servizio. Da dove inizia questo servizio? Jihvadau, dalla lingua; non dalle gambe, dagli occhi o dagli orecchi. Inizia dalla lingua. In che modo? Cantando Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Poi c’è Krishna prasada. La lingua ha due funzioni, articolare i suoni e gustare, quindi cantate Hare Krishna e gustate il prasada.

Con questo metodo realizzerete Krishna. Non cercate di vedere Krishna. Non potete vederLo con gli occhi materiali, né potete toccarLo, ma se impegnate la lingua al Suo servizio, allora Egli Si rivelerà a voi: “Eccomi”. Funziona così. Cercate dunque di sentire la separazione da Krishna come la sente Radharani, come la sente Sri Caitanya, e impiegate la vostra lingua al servizio del Signore. Un giorno, quando sarete maturi, vedrete Krishna a tu per tu.

Vi ringrazio molto.