Vrindavana, India — 12 Novembre 1976

 

Non desiderare altro che la bhakti

 

Per ottenere la bhakti, il puro servizio di devozione al Signore,
si deve arrivare al punto di non desiderare nient’altro

 

 

di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya
dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

 

 

Prabhupada

 

 

matto ’py anantat paratah parasmat
svargapavargadhipater na kincit
yesam kim u syad itarena tesam
akincananam mayi bhakti-bhajam

 

[Sri Rishabhadeva disse:] “Io sono infinitamente grande e onnipotente, superiore a Brahma e a Indra, il re dei pianeti celesti. Sono Io che do la felicità di cui si gode nel regno celeste o la felicità che la liberazione procura. Eppure i brahmana non Mi chiedono benessere materiale: essi sono molto puri e non desiderano possedere niente. Si accontentano di servirMi con devozione; che bisogno avrebbero dunque di chiedere benefici materiali a qualcun altro?”
Srimad-Bhagavatam 5.5 25


Sri Risabhadeva è un’incarnazione di Krishna. Egli spiega che la vita devozionale, il bhakti-yoga, è così elevata che le persone dedite ad essa non hanno alcun interesse per i pianeti celesti, che fanno parte del mondo materiale, né per la liberazione. Essi ritengono questi benefici privi di significato. Prabodhananda Sarasvati, un seguace di Sri Caitanya Mahaprabhu, scriveva kaivalyam narakayate: “La forma di liberazione che permette di diventare uno con il Supremo non è migliore dell’inferno.” E che cosa diceva a proposito dei pianeti celesti – Svargaloka, Janaloka, Maharloka, Tapoloka? Tri-dasa-pura akasapuspayate: “Essi sono insignificanti quanto dei fiori illusori nel cielo.” Supponiamo che una persona vada a Svargaloka e diventi Indra, il re dei pianeti celesti. Non è una posizione permanente.

Con le attività pie si può diventare Brahma, Indra e anche molti altri esseri celesti. Si possono ottenere queste posizioni, ma anche se si va a Brahmaloka, il pianeta di Brahma, qual è il vantaggio? Si deve tornare indietro. E persino se si arriva nella radiosità del Brahman, l’energia spirituale impersonale che emana da Krishna, alla fine si deve cadere nuovamente nel mondo materiale. Perciò i devoti sono akincana. Sono indifferenti a tutto ciò che è materiale. Non se ne curano. I karmi, le persone interessate al piacere materiale, cercano di andare a Svargaloka, sui pianeti celesti; gli yogi e i jnani, filosofi impersonalisti, desiderano raggiungere il brahmajyoti, la radiosità di Dio. Un devoto invece non cerca sollievo, in quanto non si sente a disagio nel mondo materiale. Perché? Perché un devoto vede Dio, Krishna, ovunque, e dovunque sia Krishna, va tutto bene. Questa è la visione di una persona assorta nel servizio devozionale al Signore.

 

narayana-parah sarve
na kutascana bibhyati
svargapavarga-narakesv
api tulyartha-darsinah

 

“I devoti impegnati esclusivamente al servizio di Dio, la Persona Suprema, Narayana [Krishna], non temono alcuna condizione di vita. Per loro i pianeti celesti, la liberazione e i pianeti infernali si equivalgono, perché tali devoti sono interessati soltanto a servire il Signore.
(Srimad-Bhagavatam 6.17.28)

 

I devoti non desiderano raggiungere Svargaloka né evitare di andarci. Essi sono soddisfatti: “Dovunque Krishna mi tenga, va bene. Non importa se è il paradiso o l’inferno.” Si sentono così perché percepiscono Krishna dentro di loro e sono interessati solo a Lui. Dovunque sia presente Dio, la Persona Suprema, quel luogo è Vaikuntha, il mondo spirituale. Il Signore Supremo è nel cuore di ogni essere vivente. I maiali e i cani hanno un cuore e Krishna vi è presente.

Questo significa che Krishna vive con i maiali e con i cani? No. Egli vive a Vaikuntha. Ovunque Egli sia, vive a Vaikuntha. Nello stesso modo il devoto vive con Narayana, o Krishna, perciò l’inferno e il paradiso non sono un problema per Lui. Egli è a Vaikuntha. Se Krishna vive a Vaikuntha, anche il devoto vive a Vaikuntha. I devoti sono interessati a Krishna, Narayana quindi non hanno paura. Il grande saggio Narada viaggia ovunque. Va all’inferno, in paradiso e a Vaikuntha a far visita a Narayana e mentre viaggia, canta i santi nomi del Signore. Il suo compito è quello di illuminare gli altri. Se va all’inferno, alle anime che vi si trovano consiglia: “Cantate Hare Krishna.” Se va a Indraloka, sui pianeti celesti, darà lo stesso consiglio. Questa è la sua missione. Similmente, coloro che predicano la coscienza di Krishna non devono temere l’inferno o il paradiso. Ovunque vadano predicano semplicemente: “Cantate Hare Krishna.” Questo è il loro compito.

 

 

Il grande saggio Narada, un puro devoto del Signore che viaggia in tutto l’universo, viene per istruire i Praceta sul servizio devozionale. [Dipinto di Sundarangi Devi Dasi e Vajrakhya Devi Dasi]
Il grande saggio Narada, un puro devoto del Signore che viaggia in tutto l’universo, viene per istruire i Praceta sul servizio devozionale. [Dipinto di Sundarangi Devi Dasi e Vajrakhya Devi Dasi]

 

 


RIFIUTARE I DESIDERI MATERIALI

Si deve diventare akincana, non desiderare niente di materiale, ma solo i piedi di loto del Signore. Il nostro antico maestro spirituale Narottama Dasa Thakura ha scritto, ha ha prabhu nanda-suta, vrishabhanu-suta-juta, karuna karoho ei-baro: “O Krishna, prego Te e Radharani di essere misericordiosi verso di me.” Narottama-dasa koy, na theliho ranga pay: “Sono completamente arreso a Te, non respingermi.” Toma bine ke ache amara. “Non ho nient’altro che i Tuoi piedi di loto.” Questo è il sentimento di akincana: “Non ho nient’altro che Te. Perciò come puoi respingermi? Dammi rifugio in Te.” Se penso di avere un altro rifugio oltre ai piedi di loto di Krishna, allora non sono akincana. Sono kincana: ho qualche altra speranza oltre a Krishna. Akincana significa che la mia unica speranza è Krishna. Nelle sue preghiere, Kunti Devi si rivolgeva a Krishna come ad akincana-gocara: “Tu puoi essere realizzato solo da una persona che non desidera possedere nient’altro.”

E Caitanya Mahaprabhu ha detto: niskincanasya bhagavad-bhajanon mukhasya. Bhagavad-bhajana, l’adorazione del Signore, richiede che una persona sia niskincana, parola che ha lo stesso significato di akincana. Se si desidera godere qualcosa di materiale, non esiste bhagavad-bhajana, perché se si ha anche una piccola traccia di desiderio di godere dei piaceri materiali, non si è ammessi al puro servizio del Signore. Perciò Krishna dice: sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja. (Bhagavad-gita 18.66) Egli ci insegna ad arrenderci completamente a Lui. Il bhakti-yoga inizia quando si pensa: “Basta. Basta con il piacere materiale.” Si deve rifiutare perfino il brama-bhutah, il livello della realizzazione del Brahman, in cui una persona pensa: “Sono nel brahmajoti. Sono diventato importante.” No. I devoti rifiutano perfino il brahmajoti. Come Prabodhananda Sarasvati afferma, kaivalyam naraka-yate: “Essere nel brahmajoti è come essere all’inferno.” Questa è la posizione del devoto.


DOBBIAMO DESIDERARE

La bhakti, il servizio devozionale, non è facile, ma nello stesso tempo è facilissimo. Basta un attimo, se lo desideriamo veramente. Krishna dice: “Arrendetevi a Me.” Se lo facciamo, ci troviamo immediatamente al livello della bhakti, ma in realtà non lo vogliamo. Krishna dice chiaramente: “Arrendetevi a Me.” Ma le persone dicono: “Quando Krishna sarà misericordioso con me, allora mi arrenderò.” Che cos’è questa sciocchezza? Krishna ve lo chiede direttamente. Dovrebbe essere ancora più misericordioso? Che tipo di misericordia? Sono tutte scuse. In realtà le persone non vogliono arrendersi. “Non mi arrenderò a Te, Signore. Inventerò qualche giustificazione, qualche scusa. Questo è tutto.”

Non sappiamo quante volte siamo nati e morti in milioni e milioni di anni. Tuttavia siamo così privi di vergogna che vogliamo rifarlo ancora e ancora. Desideriamo continuare a godere la vita materiale, che consiste soltanto nel mangiare, dormire, fare sesso e aver paura. Questo è l’impegno di ogni essere vivente dal piccolo insetto su fino a Brahma e Indra. Le persone non vogliono interrompere queste attività, al contrario, vogliono migliorarle. “Ora non ho un piatto su cui mangiare, ma se potrò mangiare su un piatto d’oro, questo sarà un progresso.” Un signore mangia piatti gustosi e un maiale mangia gli escrementi. L’atto del mangiare è lo stesso; la differenza è solo una questione di gusto. Quando a noi devoti viene offerto il cibo su un aeroplano, lo rifiutiamo. Non prendiamo niente sull’aeroplano perché sappiamo di che cosa si tratta, ma il passeggero vicino a noi mangia felice gli intestini di un maiale. Egli prova piacere a mangiare con il suo cucchiaio e la sua forchetta e noi pensiamo: “Oh che cose orribili sta mangiando!” Dovremmo rifiutare totalmente ciò che è materiale. Questo è niskincana.

Non abbiamo niente a che fare con ciò che è materiale, sia che si trovi su un piatto d’oro, sulla strada o sul pavimento. Non c’è alcuna differenza. Nostro dovere è accettare il prasadam, ciò che Krishna ha mangiato. Non abbiamo alcun interesse per le viscere dei maiali, né per piatti gustosi come l’halava e i puri se non sono stati offerti a Krishna. Desideriamo mangiare solo ciò che Krishna ha già accettato. Coloro che mangiano Krishna prasadam gustano migliaia di buone preparazioni. Perché dovremmo andare al ristorante? Ci sono così tante buone preparazioni offerte a Krishna. Krishna è pronto ad accettare tutto ciò che un devoto Gli offre entro certi limiti.

Ci sono persone che dicono: “Posso offrire tutto ciò che mangio,” ma non è questo il metodo. Il metodo è che si deve offrire a Krishna quello che Lui vuole. Quando invitate qualcuno a casa vostra gli chiedete: “Che cosa posso offrirti?” Questa è l’etichetta. L’ospite non deve mangiare qualsiasi orribile cosa gli si offra. Krishna dice che accetterà l’offerta dei Suoi devoti, ma l’ateo dice: “Oh tu offri molte preparazioni gustose, ma sono ancora lì davanti alla tua Divinità. Non le ha mangiate.” Una persona del genere non sa come mangia Krishna. Krishna può mangiare con gli occhi. Egli può mangiare con il tatto e anche se mangia tutto, può far restare tutto lì. L’ateo non può capire questo, ma il devoto sa: “Krishna mangia e noi prenderemo il prasadam.”


UNA VITA CORONATA DAL SUCCESSO

Dobbiamo imparare che cosa è la bhakti. Se progrediamo nel servizio devozionale, perderemo spontaneamente il gusto per le cose materiali. Dobbiamo sapere che impegnandoci nel servizio devozionale possiamo abbandonare il mondo materiale. Il mondo materiale è un luogo dove c’è un pericolo ad ogni passo. Tutti dovranno morire. Perciò prima di morire dobbiamo diventare pienamente coscienti di Krishna. La fine verrà oggi o domani o dopodomani. Nessuno potrà restare qui, ma il successo è ricordare Narayana, Krishna, al momento della morte. Dobbiamo fare pratica. Non pensate: “Morirò domani, ma tu muori oggi, perciò io sono migliore di te.” Nessuno vivrà qui per sempre. Tutti moriranno; dobbiamo essere preparati alla morte.

Il devoto non ha paura di morire, perché se è completamente arreso a Krishna, tornerà da Lui, semplicemente arrendendosi a Krishna. E come ci si arrende? Krishna dice:

 

man-mana bhava mad-bhakto
mad-yaji mam namaskuru
mam evaisyasi satyam te
pratijane priyo ’si me

 

“Pensa sempre a Me, diventa Mio devoto, adoraMi e offriMi i tuoi omaggi. Così verrai a Me, senza alcun dubbio. Te lo prometto perché tu sei un amico che Mi è molto caro.”
(Bhagavad-gita 18.65)

 

Krishna ci rassicura. Se faremo solo queste quattro cose, andremo da Lui. La prima è pensare sempre a Krishna. Tutti possono farlo e tutti possono offrire a Krishna patram puspam phalam toyam: un frutto, un fiore, una foglia o dell’acqua. (Bhagavad-gita 9.26) Tutti possono sentir parlare di Krishna e imparare ciò che Lo riguarda. Dov’è la difficoltà? La difficoltà è che vogliamo godere in questo mondo materiale. Ma il devoto non è attratto dal mondo materiale e neppure dai pianeti celesti. Il devoto non è attratto né dalla liberazione né dalla perfezione dello yoga. Le persone che desiderano queste cose non sono mai serene. Coloro che cercano il piacere materiale lavorano duramente per i vantaggi materiali o per essere elevati ai pianeti celesti. Coloro cercano la liberazione si sottopongono a severe austerità e penitenze per entrare nell’energia spirituale impersonale. Anche gli yogi lavorano duramente. La pratica dello yoga non è molto facile, specialmente in quest’era. Il nostro bhakti-yoga è molto facile. Basta fare le quattro cose che Krishna ci chiede. Praticate la bhakti, il servizio devozionale e rifiutate qualsiasi altra cosa. Questo farà della vostra vita un successo.

Vi ringrazio moltissimo.