Lezione del fondatore-acarya

 

LA SOLUZIONE A
TUTTI I PROBLEMI

 

La civiltà vedica definisce la vita umana come la ricerca per
porre fine in modo definitivo alle proprie sofferenze

 

 

di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya
dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

 

 

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

 

 

 

daivi hy esa guna-mayi
mama maya duratyaya
mam eva ye prapadyante
mayam etam taranti te

 

“Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è difficile da superare, ma coloro che s’abbandonano a Me ne varcano facilmente i limiti.”
Bhagavad- gita 7.14

 

Secondo la civiltà vedica, chiunque non si ponga domande per risolvere i problemi della vita, non è in realtà un essere umano, perché i problemi sono veramente molti. Gli animali non possono porsi domande per risolverli, ma un essere umano può farlo. Perciò, se una persona non arriva al punto di chiedersi come poter risolvere questi problemi, significa che non ha sviluppato una coscienza umana e che ha ancora una coscienza da animale. Civiltà umana, civiltà avanzata, significa cercare di risolvere i problemi.

Per esempio, al giorno d’oggi il mondo ha le bombe atomiche e tutte le nazioni sono ansiose di mantenere la pace. Esse hanno dato vita alle Nazioni Unite per risolvere i problemi dovuti alla bomba atomica, ma sebbene non ci riescano, ci provano. Pertanto lo sviluppo della civiltà comporta che sorgano naturalmente dei problemi e che si cerchi di risolverli. Un altro esempio: nel vostro Paese c’è la metropolitana. Perché? Perché sulla superficie c’è un traffico troppo intenso e la soluzione del problema è viaggiare sotto terra.

Allora le persone pensano: “Oh! I Paesi occidentali sono più avanzati di quelli orientali. Hanno risolto il problema del traffico.” Ma dopo un problema se ne presenta un altro. Problema dopo problema. Il vero problema è che non vogliamo soffrire. È così. Desideriamo vivere comodamente e serenamente. È questo il vero problema. Non è vero? Rifletteteci. In lingua sanscrita si dice, atyantikaduhkha nivritttih: “Risolvere il problema della sofferenza.” Non vogliamo alcun tipo di sofferenza, non vogliamo soffrire. Vogliamo vivere serenamente e felicemente, ma questo non è possibile nel mondo materiale. È questo il problema.

Per natura l’essere vivente desidera vivere nella gioia. Anandamayo ’bhyasat (Vedanta-sutra 1.1.12). Abhyasat significa che per tendenza naturale gli esseri desiderano vivere nella gioia, ma qui non è possibile. Un poeta bengalese ha scritto: “Ho costruito la mia casa per viverci tranquillamente e comodamente. Tutto ad un tratto è scoppiato un incendio ed ora è tutto sparito.” Gli americani hanno vissuto l’esperienza di Kennedy, che dopo una lunga lotta era diventato Presidente. Aveva una bellissima moglie, figli, onori, prestigio, tutto.

Le persone lo ritenevano un uomo molto felice. In un secondo finì tutto. Seguiva un corteo in macchina, le persone lo onoravano e in un secondo – tutto finito. Tutti cercano di essere molto felici e comodi, ma può finire in un secondo. Non è vero? Qualcuno non è d’accordo? È questo il problema; e tutti cercano di risolverlo a modo proprio. Le persone inventano diversi modi per risolverlo, ma il problema non si risolve. In America ogni volta che incontravo un signore per la strada il quale capiva che provenivo dall’India, diceva: “Oh l’India è un Paese molto povero.” Vedete.

Come se in America non ci fossero problemi. Perciò rispondevo: “Anche voi avete molti problemi. Non siete senza problemi.” Supponiamo di avere un dolore in una parte del corpo. A volte pensiamo: “Se il dolore fosse da un’altra parte, sarebbe bello.” Ma da una parte o da un’altra è sempre un dolore. Un Paese può non avere abbastanza cereali e un altro può avere il problema di troppi hippy, ma in entrambi i casi c’è un problema. Dunque dovremmo essere molto attenti a trovare il modo di risolvere i problemi. In realtà ci proviamo. Cerchiamo di progredire nella cultura, nella conoscenza scientifica.

Lo facciamo in molti modi perché la natura materiale presenta un problema dopo l’altro. Questo è il compito della natura. Se risolvete un problema, essa ve ne presenta un altro. Qualcuno pensava: “Se ci fossero gli aeroplani, sarebbe molto bello viaggiare nel cielo,” ma ora il problema è che con gli aeroplani, in caso di guerra, un altro Paese può bombardare il mio. Perciò ecco un altro problema.

Ora le persone devono andare sotto terra. Nel World Almanac ho letto che nel prossimo secolo le persone vivranno sotto terra. Capite? Verranno sulla superficie solo per respirare un po’ liberamente. Altrimenti dovranno vivere sotto terra. Perciò ecco un altro problema, ma le persone intelligenti dovrebbero pensare a risolvere il problema principale. Quale sarà la risposta? Come può essere risolto il vero problema? La soluzione si trova nella Bhagavad-gita (7.14):

 

daivi hy esa guna-mayi
mama maya duratyaya
mam eva ye prapadyante
mayam etam taranti te

 

“Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è difficile da superare, ma coloro che si abbandonano a Me ne varcano facilmente i limiti.”

 

La soluzione è che dobbiamo arrenderci al Supremo. Se la polizia vi arresta è molto difficile uscire dalle loro grinfie, ma se siete buoni cittadini, anime arrese allo Stato, il problema non c’è. La polizia non ha niente a che fare con voi. È difficile capirlo? I problemi ci sono e sono sotto la gestione di questa natura materiale. Non è possibile superare le rigide leggi della natura materiale, proprio come non è molto facile liberarsi quando la polizia vi arresta. Se desiderate liberarvi dalle grinfie della natura materiale, che pone un problema dopo l’altro, dovete diventare anime arrese, cioè coscienti di Krishna. Altrimenti, la natura materiale è così forte che se pensate: “Ora questo problema è risolto,” in realtà non avete risolto niente perché si presenterà subito un altro problema.  

 

Prendere  rifugio in Sri Krishna, il signore dell’energia materiale, ci libera  dalle miserie prodotte dall’energia materiale. [Dipinto di Gandarvika  Devi Dasi]
Prendere rifugio in Sri Krishna, il signore dell’energia materiale, ci libera dalle miserie prodotte dall’energia materiale. [Dipinto di Gandarvika Devi Dasi]

 

 

Il Vero Problema

Il problema principale naturalmente è la morte. Nessuno vuole morire. Anche se una persona è molto vecchia, più vecchia di me, e il suo corpo funziona male, è invalida, non può camminare, è distesa sul letto – desidera vivere. Se a un vecchio che soffre, che è invalido e ha molte malattie, dite: “Padre mio, nonno, soffri così tanto, lascia che ti spari.” “Oh no, no, non mi sparare.” Non vuole morire. La morte è un problema. Nessuno vuole morire, ma la morte viene e ci prende, come il Presidente Kennedy, in un secondo. [schiocca le dita] “Lascia la tua posizione.” Per forza. Ti devi sottomettere. “Sì. Che cosa posso fare?” Non c’è progresso scientifico della conoscenza che possa protegerci. Gli scienziati materiali ci provano. I russi a volte dicono: “Verrà il tempo in cui la scienza risolverà il problema della morte. Nessuno morirà.” Lasciamoli pensare così, ma non è possibile.

Questo viene affermato nella Bhagavad-gita (13.9), janma-mrityu-jaravyadhi-duhkha-dosanudarsanam: “La vera conoscenza è percepire che nascita, malattia, vecchiaia e morte sono mali da combattere.” Una persona veramente istruita, di grande conoscenza, dovrebbe conoscere questi quattro tipi di sofferenza: la sofferenza di nascere significa che dopo che questo corpo è finito dobbiamo prenderne un altro. Come viene costruito il corpo, come si sviluppa? Nel grembo della madre. Il padre dà il seme che contiene l’essere vivente e la madre lo riceve e ne sviluppa il corpo. Questa è la legge della natura. Si deve vivere dentro la madre – compressi, senza aria, imprigionati in un sacchetto – per almeno dieci mesi [lunari]. Prova a pensare di essere imprigionato in un sacco e messo in un contenitore stagno, sigillato, ti piacerebbe? Moriresti in tre secondi, ma la soluzione è così perfetta, per legge di natura, che il feto respira con il respiro della madre e viene nutrito quando la madre mangia.

Anche se il feto è inconsapevole, lo sviluppo del corpo continua. Questo è ciò che predispone la natura ma voi non siete in grado di farlo. È per la grazia di Dio che il bambino vive. Altrimenti nessuno vivrebbe in quella condizione. Fate una prova. Prendete una persona qualsiasi e chiudetela in un ambiente stagno. Morirà in tre secondi. Si soffre anche quando si muore, quando si è malati o vecchi. Io sono vecchio e in un modo o nell’altro sostengo questo corpo con i massaggi, con le medicine, con questo, con quello. Questo corpo non è più come quello di un giovane. È un corpo che soffre. Per natura non appena superi i cinquant’anni cominci ad essere vecchio e quando hai più di settant’anni sei completamente vecchio e devi soffrire a causa della vecchiaia. Puoi cercare di mantenere questo tuo corpo vecchio, ma c’è da soffrire. Un giovane non può capirlo ma chi è vecchio sì.

Si soffre per la vecchiaia, si soffre per nascere, si soffre per morire e si soffre per le malattie. Si può essere orgogliosi dello sviluppo della propria conoscenza, pensando di aver risposto a tutte le domande, ma nella Bhagavad-gita Krishna dice: “Non pensare così, non essere sciocco. Questi problemi ci sono. Che cosa puoi fare?” Questa è la conoscenza. Quando il coniglio incontra il cacciatore e comprende: “Ora la mia vita è in pericolo,” chiude gli occhi e pensa: “Ora il problema è risolto,” [Risate] e tranquillamente viene ucciso. Capite? Nello stesso modo i problemi ci sono, ma noi chiudiamo gli occhi: “Oh, non c’è alcun problema. Siamo molto felici.” Questa si chiama maya, illusione. Il problema non è risolto, ma le persone pensano che i problemi si risolvano chiudendo gli occhi. È così.


La Soluzione Data da Krishna

Ora ecco la soluzione del problema, come Krishna dice nel verso quattordici del Settimo Capitolo della Bhagavad-gita: “È molto difficile superare i problemi posti dalle leggi della natura materiale, ma coloro che si abbandonano a Me ne varcano facilmente i limiti.” Perciò insegniamo la coscienza di Krishna per risolvere i problemi della vita. Non si tratta di sentimentalismo o fanatismo o di una religione settaria. È un fatto che se volete risolvere i problemi della vita dovete diventare coscienti di Krishna. Non esiste alternativa. Una canzone bengalese dice: “Basta cantare Hare Krishna.

Tutte le altre soluzioni sono false. Non si può sfuggire. La morte è dietro di noi.” Prima che la morte ti sconfigga, risolvi il problema. Questo significa essere intelligenti. “Il più grande dei pericoli – la morte – mi aspetta.” Questo è sicuro. “Sicuro come la morte.” Tutti lo sanno. Come moriremo? Come cani e gatti? Se è così, allora a che cosa serve questa forma umana? Anche i cani e i gatti hanno il corpo e incontreranno la morte. Io ho un corpo e anch’io incontrerò la morte. Allora sono fatto per incontrarla come un cane o un gatto? Se è così, che tipo di essere umano sono?

Lo Srimad-Bhagavatam (11.9.29) dice:

 

labdhva su-durlabham idam bahusambhavante
manusyam artha-dam anityam apiha dhirah
turnam yateta na pated anu-mrityu yavan
nihsreyasaya visayah khalu sarvatah syat

 

“Dopo moltissime nascite e morti si raggiunge la rara forma di vita umana, che, sebbene temporanea, offre l’opportunità di ottenere la più alta perfezione. Così un essere umano sobrio dovrebbe sforzarsi, senza perdere tempo, di raggiungere la perfezione suprema della vita finché il corpo, che è sempre soggetto alla morte, è ancora in vita. Dopo tutto, la gratificazione dei sensi si può trovare perfino nelle specie di vita più basse, mentre la coscienza di Krishna è accessibile soltanto all’essere umano.”

 

C’è un processo evolutivo che è confermato dalla letteratura vedica, ma che non coincide esattamente con la teoria di Darwin. L’essere vivente evolve dal più basso livello di vita animale a quello più alto. Abbiamo ottenuto questa forma umana dopo molte, molte vite di tipo inferiore. Essa è molto rara. Ci sono 8.400.000 forme di vita. Tra di esse le forme umane sono 400.000; se confrontate con quelle animali questo numero è molto piccolo. Tra di esse ci sono molti esseri umani non civilizzati, che sono quasi degli animali. Poi ci sono gli esseri civili come noi.

Tra questi, molti non sanno che cosa significhi la vita spirituale. Questo è affermato nella Bhagavad-gita (7.3). Tra migliaia di uomini solo uno cercherà la soluzione al problema della vita. Non tutti. La maggior parte non conoscono nemmeno il problema, né se ne occupano. Essi pensano: “ Va bene, lasciamo che ci siano i problemi. Abbiamo questa vita e vogliamo godere dei nostri sensi.” Sono quasi come animali, ma coloro che si chiedono come risolvere il problema sono davvero esseri umani. Gli altri non sono neanche esseri umani. Sono quasi animali.


Morire da Brahmana

Ora avete questa opportunità. Questo corpo dovrebbe essere utilizzato in modo opportuno per risolvere il problema. Se ci abbandoniamo semplicemente al susseguirsi delle nascite e delle morti, ai diversi tipi di corpo, non diamo prova di vera intelligenza. Non è affatto intelligente. La forma umana deve essere utilizzata per risolvere il problema. Questo è lo scopo della civiltà vedica, che si concentra sulla soluzione dei problemi e non sulla loro creazione.

Vivere in modo materialistico significa ingrandire i problemi e crearne di nuovi. Non è una civiltà umana perfetta. La civiltà umana perfetta è sedere calmi e tranquilli per riflettere in modo razionale: “Come posso risolvere il problema? Come otterrò la conoscenza necessaria?” Questo è il senso della forma umana. L’intero insegnamento vedico è: “Ora devi utilizzare questa forma di vita per trovare una soluzione. Non morire come un cane o un gatto.”

I Veda affermano: “Colui che muore dopo aver cercato di risolvere il problema della vita è un brahmana e colui che muore come un cane o un gatto è un kripana.” Kripana indica una persona priva d’intelligenza. Non dovremmo morire come i cani e i gatti. Dobbiamo morire da brahmana. Anche se non risolvete questo problema in una vita, avrete un’altra opportunità nella prossima. Si deve capire che questi ragazzi e ragazze che sono venuti da noi, nella loro vita precedente hanno cercato di risolvere questo problema ma non ci sono riusciti. Ora hanno un’altra opportunità.

Questo è affermato nella Bhagavad-gita. Dunque, in questa vita, dovete essere determinati. Coloro che vengono in contatto con la coscienza di Krishna e ricevono l’iniziazione devono essere molto determinati a trovare una soluzione in questa vita. Non vogliamo tornare ancora.” Questa deve essere la nostra determinazione, per tornare da Dio, nella Sua dimora, dove avremo una vita eterna, piena di felicità e di conoscenza. Questo è il vero significato e l’essenza del movimento per la coscienza di Krishna.

Vi ringrazio moltissimo.