Lezione  del fondatore-acarya

 

I LIVELLI DI
ATTACCAMENTO
A DIO

 

I livelli di attaccamento a Dio L’amore per Dio inizia con l’apprezzamento
della Sua grandezza ed evolve fino al desiderio di servirLo
a livelli d’intimità sempre crescenti

 

 

di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya
dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

 

 

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

 

sri-bhagavan uvaca
mayy asakta-manah partha
yogam yunjan mad-asrayah
asamsayam samagram mam
yatha jnasyasi tac chrinu

 

 

 

“Dio, la Persona Suprema, disse: O figlio di Pritha, ascolta ora in che modo praticando lo yoga nella piena coscienza di Me, con la mente fissa in Me, potrai conoscerMi completamente, libero da ogni dubbio.”
– Bhagavad- gita 7.1

 

Questo sistema di yoga, la coscienza di Krishna, inizia con lo sviluppo dell’attaccamento a Krishna e questo attaccamento ha inizio con il riconoscimento della grandezza del Signore Supremo. Dio è grande; su questo non c’è dubbio. Chiunque, anche ai livelli più bassi di vita, lo ammette. Non sto parlando di animali, gli animali non hanno il senso di Dio. Parlo degli esseri umani. Ci sono differenti stadi di civiltà umana, dal più elevato al più basso, quello aborigeno, ma tutti hanno il senso di Dio. Questa è la prerogativa particolare degli gli esseri umani, non solo di quelli civilizzati.

Quando voi arrivaste qui in America dai Paesi europei, gli indiani pellerossa erano considerati aborigeni. Tuttavia essi avevano una forma di religione, un concetto di Dio. Dio è grande. Questo è accettato dalla civiltà umana. Ora, che cos’è questa grandezza? In genere quando si parla di grandezza si pensa alla grandezza del cielo. Esso costituisce un semplice esempio di qualcosa che è grande: “Grande come il cielo.” In ogni religione o in ogni società si accetta la grandezza di Dio, ma come questa grandezza diventa tangibile, lo si può trovare nella Bhagavad-gita.

Abbiamo un concetto del cielo, ma non possiamo avere un’idea chiara della grandezza del cielo perché la nostra esperienza e la nostra conoscenza dipendono dalla percezione sensoriale diretta. Se cerchiamo di comprendere questo tavolo, possiamo farlo immediatamente, perché possiamo percepirne la durezza; c’è la percezione. Se però parliamo del cielo, non possiamo averne una percezione diretta. Nello stesso modo la semplice comprensione della grandezza di Dio non è tutto ciò che si può conoscere, ma è l’inizio dell’attaccamento: “Dio è grande.” Si deve sviluppare l’attaccamento pieno e questo è l’amore per Dio. Non si può amare il cielo. Non è possibile.

Se dico: “Amate il cielo,” voi chiedereste: “In che modo? Io voglio qualcosa di tangibile. Voglio un ragazzo, una ragazza, allora posso amare. Come posso amare il cielo?” La semplice comprensione della grandezza del cielo non è sufficiente. Come viene spiegato dalle scritture vediche, nella creazione la manifestazione successiva al cielo è l’aria. Quando c’è movimento d’aria si può almeno avere una sensazione tattile. L’aria viene dal cielo; il fuoco o l’elettricità vengono dall’aria; l’acqua viene dal fuoco e la terra dall’acqua. Quando questa evoluzione giunge allo stadio della terra, si può comprendere qualcosa di molto tangibile.


Progredendo fino al Servizio

Dall’idea della grandezza di Dio si deve sviluppare il sentimento di servizio: Dio è così grande che devo servirLo in qualche modo. Proprio come dal cielo si sviluppa l’aria, dall’idea della grandezza di Dio si sviluppa il sentimento di servizio. Questo sentimento di servizio è un ulteriore stadio della percezione della Sua grandezza. Per esempio, se servo qualcuno che è grande, mi reco in ufficio perché egli provvede a me. Il proprietario mi dà un salario; perciò è più grande di me. Io lo servo in cambio di qualcosa che lui mi dà. Questo è l’esempio.

Nella letteratura vedica è detto: eko bahunam yo vidadhati kaman: l’unico grande essere vivente supremo fornisce il necessario a tutti i piccoli esseri viventi. Noi siamo tutti piccoli esseri viventi e Krishna, il Signore Supremo, è anch’Egli un essere vivente come noi, ma è il più grande tra gli esseri viventi. L’altro giorno spiegavo che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, non che Dio è fatto a immagine e somiglianza dell’uomo. Non pensate che, poiché abbiamo due mani, due gambe e una testa, siamo noi che abbiamo creato un Krishna che ha due mani, due gambe e una testa. No, questo non è vero. In realtà è perché Krishna ha due gambe, due braccia e una testa che anche noi le abbiamo.

Krishna è grande e noi siamo dipendenti. Perciò dobbiamo sviluppare il nostro sentimento d’amore. Dobbiamo accettare che Dio è grande. Egli soddisfa le nostre necessità; perché non servirLo con gratitudine? C’è qualcosa di male? Supponete che qualcuno vi fornisca sempre tutto, non pensate di servirlo in qualche modo per gratitudine? Se sviluppate il senso di gratitudine, questo è un ulteriore sviluppo dell’attaccamento ed è quello che porta al servizio.  

 

Quando  Sri Krishna entra in Mathura, un venditore Lo serve spontaneamente  offrendoGli una ghirlanda di fiori freschi. [Dipinto di Devahuti Devi  Dasi]
Quando Sri Krishna entra in Mathura, un venditore Lo serve spontaneamente offrendoGli una ghirlanda di fiori freschi. [Dipinto di Devahuti Devi Dasi]

 

 

Dal Servizio all’Amicizia

Ora questo servizio deve essere ulteriormente sviluppato. Come? Come un servizio a un amico. Un amico non chiede di servirlo. Un padrone chiede di servirlo: “Devi fare questo.” Un amico invece non chiede di essere servito, perciò lo si serve volontariamente: “Sì, perché no?” Questo servizio amichevole è più intimo. È uno sviluppo ulteriore. Un tipo di amicizia si basa sul timore e sulla venerazione. Se hai un amico molto ricco non puoi parlare con lui francamente, ma con un amico del tuo livello puoi parlare liberamente.

Nello stesso modo possiamo sviluppare amicizia con Dio a due livelli. Il primo è caratterizzato da timore e venerazione: “Oh Dio è così grande! Dio ci fornisce moltissime cose e per gratitudine devo servirLo.” Oppure, al secondo livello: “Egli è il mio benefattore; Egli è mio amico.” Arjuna aveva sviluppato amicizia con Krishna. Quando vide Krishna nella Sua forma universale suprema disse: “Mio caro Krishna, Ti ho parlato da amico, Ti ho mancato di rispetto in tanti modi.” Gli amici a volte parlano con gli amici in un tono non rispettoso, ma non si tratta di un insulto; è un piacere. Arjuna parlava con Krishna in tono irrispettoso, ma quando vide: “Oh! Ecco Dio, la Persona Suprema”, ebbe paura.

Lo sviluppo successivo del servizio consiste nell’accettare il Signore Supremo come il proprio figlio. Quando si accetta qualcuno come figlio, si serve in ogni modo fin dall’inizio della sua vita. Come dalle forme più sottili degli elementi si sviluppano forme sempre più grossolane, dal cielo l’aria, dall’aria il fuoco, dal fuoco l’acqua, dall’acqua la terra, nello stesso modo l’attaccamento a Krishna comincia a svilupparsi dalla sensazione della Sua grandezza. “Dio è grande,” poi “Dio è il mio padrone,” poi “Dio è il mio amico,” poi “Dio è mio figlio,” infine “Dio è il mio amante.” Al livello di amante tutti gli altri elementi sono presenti. Quando si ama qualcuno, c’è l’elemento amore, c’è l’elemento parentale, c’è l’elemento dell’amicizia, ci sono gli elementi del padrone e del servitore e c’è l’elemento grandezza. Dunque il pieno attaccamento a Krishna è amarLo come amante.


Attaccamento e Protezione

Krishna qui dice mad-asrayam: “La Mia protezione.” Questo sistema di yoga, il bhakti-yoga, è fatto per sviluppare attaccamento a Krishna sotto la Sua protezione. Un amico protegge l’amico, un padrone protegge il servitore, un padre protegge suo figlio e un amante protegge la sua amata. Similmente c’è un elemento di protezione nell’amare Krishna: “Krishna è mio amico; Egli mi proteggerà. Krishna è il mio padrone; Egli mi proteggerà. Krishna è mio padre; Egli mi proteggerà. Krishna è il mio amante; Egli mi proteggerà.”

Questo è il significato di mad-asrayah. Se si realizza una qualsiasi di queste attitudini – amico, amante, figlio o padrone – e si sviluppa il tuo attaccamento per Krishna, allora asamsaya, “senza alcun dubbio,” samagram, “nella piena totalità” si può comprendere Dio. Questa è la filosofia della coscienza di Krishna. Si deve prendere rifugio in Krishna in ognuno di questi aspetti e si deve sviluppare attaccamento per ciascuno di essi.


Conoscenza Teorica e Pratica

Nel verso successivo Krishna dice, jnanam te ’ham sa-vijnanam idam vakshyamy aseshatah,: “Ora ti rivelerò in modo completo questa conoscenza del fenomeno e del noumeno.” Questa conoscenza di Dio non è sentimentale; è scienza. Non predichiamo alcun tipo di sentimentalismo o di speculazione. È un fatto. Come possiamo sviluppare la nostra relazione con il Signore Supremo, come siamo in relazione con Lui – questi sono fatti e hanno una base filosofica. Perciò Krishna rassicura Arjuna: “Quello di cui ti parlo non è un sentimento religioso, ma è jnanam e vijnanam.” Jnanam indica la conoscenza teorica e vijnanam quella pratica.

Perciò Krishna dice: “Ti sto presentando la conoscenza esatta di Dio, la Persona Suprema, attraverso dimostrazioni pratiche.” Sono necessarie sia la conoscenza teorica che quella pratica. Sapere soltanto che questo e quell’elemento chimico mescolati con questo e quell’elemento chimico diventano questo e quell’elemento chimico è conoscenza teorica. L’ossigeno e l’idrogeno mescolati producono acqua. Questa è conoscenza teorica, ma quando in laboratorio agite realmente – mescolando questa e quella quantità di gas ossigeno con questa e quella quantità di gas idrogeno – immediatamente si forma l’acqua. Non appena mescolate insieme sostanze alcaline e acide, si produce una reazione che genera bicarbonato di sodio.

Cominciamo con la conoscenza teorica del fatto che abbiamo una particolare relazione con Dio. In effetti abbiamo una relazione particolare con ogni cosa. Voi siete americani ed io sono indiano. Tutti noi abbiamo una speciale relazione con la nostra terra. Io sono un cittadino indiano e voi siete cittadini americani. Ci deve essere qualche relazione particolare con la propria nazione. Voi siete seduti qui e tra noi c’è una relazione. I miei studenti hanno una relazione con me. Io sono il loro insegnante e loro sono i miei discepoli. Oppure se non siete miei discepoli, allora siete il pubblico ed io sono l’oratore. C’è una relazione. Se abbiamo una relazione con ogni cosa perché non con Dio?

Abbiamo dimenticato la nostra relazione con Dio e yoga significa ritrovare questa relazione. Lo yoga non è speculazione mentale e non è mai finalizzato alla ricerca della salute. Yoga significa concentrare la mente su Dio, il Paramatma che ora abbiamo dimenticato. Dobbiamo ristabilire la nostra relazione dimenticata. Non che non avete alcuna relazione con Dio e che forziamo le cose usando qualche artificio – una relazione con Dio o coscienza di Krishna. No. Avete la vostra relazione. Basta ascoltare e coltivare questa conoscenza per far rivivere questa relazione. C’è del fuoco nei fiammiferi. Basta che li strofinate per qualche secondo e il fuoco si manifesterà. Nello stesso modo la vostra relazione con Krishna, con la coscienza di Krishna, è dentro di voi. Altrimenti come potreste accettare la coscienza di Krishna?

Krishna non è importato dall’India. Krishna non è per l’India o per l’America. Egli è come il sole. Il sole che ho visto in India è lo stesso che vedo in America. Nessuno può affermare: “Oh questo è il sole indiano e quello è il sole americano.” Il sole è unico. È per un nostro errore che diciamo: “Questa terra è l’America. Questo sole è americano e questa atmosfera è americana.” No. Dobbiamo vedere tutto in relazione a Dio. Questa è conoscenza. Se non accettiamo la protezione di Krishna, non possiamo sviluppare attaccamento per Lui. Ho spiegato precedentemente che lo sviluppo di questo attaccamento si realizza dando qualcosa a Krishna, prendendo qualcosa da Lui, svelandoGli qualcosa, comprendendo qualcosa da Lui, mangiando qualcosa da Lui, dando a Lui qualcosa da mangiare – sei metodi.


Come Comprendere gli Insegnamenti di Krishna

Krishna dice: “Se comprendi questa conoscenza che ti espongo, non ti resta nient’altro da conoscere.” Krishna dice: “Parlo a te.” Egli si rivolge in particolare ad Arjuna. Perché? Qui Egli non dice: “Parlo a tutti.” No. Non tutti possono comprendere questa conoscenza. Essa è confidenziale. Un uomo comune non può comprendere la coscienza di Krishna. Naturalmente, Sri Caitanya l’ha resa così facile per quest’era che se una persona canta con sincerità e devozione Hare Krishna potrà comprenderla. La scienza di per sé è molto difficile, e poiché quest’era non è molto favorevole, Sri Caitanya ha inaugurato il movimento del sankirtana del canto Hare Krishna e della danza in modo tale che la mente si purifica rapidamente e si può comprendere la coscienza di Krishna.

È un metodo semplice. Altrimenti, Krishna dice, questa conoscenza non è per tutti. Krishna dice: “Ti espongo questa conoscenza scientifica della coscienza di Krishna.” Perché “a te”? Perché Arjuna è un’anima arresa: all’inizio della Bhagavad-gita, quando Krishna parlava ad Arjuna da amico non lo faceva molto seriamente. Egli diceva semplicemente: “Mio caro Arjuna, non è bello che tu non combatta. Sei uno kshatriya, appartieni alla classe dei guerrieri, perciò se non combatti non va bene.” Egli parlava in termini di amicizia, ma Arjuna capiva: “Krishna non parla molto seriamente con me perché siamo amici.”

Perciò si arrese e disse: “Mio caro Krishna capisco che il problema sorto su questo campo di battaglia è molto difficile. Sono venuto qui per combattere, ma sono stato turbato dai sentimenti. Come posso uccidere i miei fratelli, il mio maestro, mio nonno? So però che questi problemi possono essere risolti solo da Te.” Arjuna sapeva: “Krishna non è un amico qualsiasi; Egli è Dio, la Persona Suprema.” Perciò si arrese immediatamente, sishyas te ’ham sadhi mam tvam prapannam: “Mi sottometto a Te come discepolo. Per favore, accettami e istruiscimi su ciò che è meglio per me.” [Bhagavad-gita 2.7]

Perciò Krishna dice: “Ti espongo questa conoscenza confidenziale perché sei sottomesso.” Se non hai perlomeno un piccolo attaccamento a Krishna, se non hai preso parte in qualche modo al servizio a Krishna, questa conoscenza ti sarà molto difficile da comprendere, ma puoi capirla se sei un’anima arresa.

Vi ringrazio moltissimo.