Lezione del fondatore-acarya: Gli altri adoratori di Krishna

 

jnana-yajnena capy anye
yajanto mam upasate
ekatvena prithaktvena
bahudha visvato-mukham
aham kratur aham yajnah
svadhaham aham aushadham
mantro ’ham aham evajyam
aham agnir aham hutam
pitaham asya jagato
mata dhata pitamahah
vedyam pavitram omkara
rik sama yajur eva ca
gatir bharta prabhuh sakshi
nivasah saranam srihrit
prabhavah pralayah sthanam
nidhanam bijam avyayam

 

“Altri, il cui sacrificio consiste nel coltivare la conoscenza, adorano il Signore Supremo come l’Uno senza secondi, l’Essere che Si manifesta in una molteplicità di forme oppure nella forma universale.“ “In verità Io sono il rito e il sacrificio, l’oblazione agli antenati, l’erba medicinale e il canto trascendentale, sono il burro, il fuoco e l’offerta. “Io sono il padre, la madre, il sostegno e l’antenato di questo universo, l’oggetto della conoscenza, il purificatore e la sillaba om. Sono anche il Rig, il Sama e lo Yajur Veda. “Sono la meta, il sostegno, il maestro, il testimone, la dimora, il rifugio e l’amico più caro. Sono la creazione e la dissoluzione, la base di ogni cosa, il luogo di riposo e l’eterno seme.” — Bhagavad-gita 9.15-18

 

Coloro che adorano direttamente il Signore Supremo, Dio, Sri Krishna, sono stati indicati come mahatma, “grandi anime”. Qui vengono descritti altri tipi di adoratori, che trovandosi a un livello meno elevato, non riescono a concepire direttamente Dio, la Persona Suprema. Anye significa “altri”. Questi “altri” adorano la Verità Assoluta in tre modi diversi, come adoratori di prima categoria, seconda e terza categoria. Come avete potuto sperimentare nel mondo materiale, in ogni settore c’è la prima, la seconda e la terza categoria. Perfino questo mondo è controllato dal criterio della prima, della seconda e della terza categoria.

L’influsso della virtù appartiene alla prima categoria, quello della passione alla seconda e l’ingnoranza alla terza. In ogni campo si riscontrano, più o meno, queste tre categorie. Ci sono delle persone che adorano la Verità Assoluta non direttamente come Dio, la Persona Suprema, ma come ahangrahopasanam, considerando se stessi il Supremo. Comprendere correttamente di essere il Supremo significa vedere se stessi come parti integranti del Supremo. Se studio me stesso posso comprendere chi è Dio, perché Dio e io siamo della stessa qualità; siamo entrambi entità spirituali. L’unica differenza è che quantitativamente Dio è grande e io sono piccolo.

Ahangrahopasanam è il primo tipo di adorazione o upasana non diretta adorazione di Dio citata qui. La successiva è ekatvena prithaktvena. Prithaktvena significa panteismo. Ci sono persone che adorano ogni essere celeste come Dio. La loro opinione è che gli esseri celesti siano forme diverse di Dio, e che se accettiamo qualsiasi forma come Dio e l’adoriamo, ne avremo dei vantaggi; ci avvicineremo alla perfezione più elevata. Questo è un altro tipo di adorazione. Dio è ovunque. Non lo si può negare perché per mezzo della Sua energia Egli è dappertutto. Noi esseri viventi siamo Sua energia. Siamo l’energia superiore di Dio.

Apareyam itas tv anyam prakritim viddhi me param: “O Arjuna dalle possenti braccia, Oltre a quella energia inferiore ne esiste un’altra, la tua energia superiore, costituita dagli esseri viventi che sfruttano le risorse della natura materiale.” (Gita 7.5) Param significa superiore. Siamo l’energia di Dio e l’energia e l’energetico sono una cosa sola. Proprio come il sole e il suo splendore: non sono diversi. Dove c’è lo splendore del sole c’è il sole. Non lo si può negare. Così dove c’è l’energia di Dio, c’è Dio. In questo modo tutto è Dio. Prithaktvena. Panteismo.

Si tratta di metodi diversi, ma si devono trascendere. Il semplice studio dello splendore del sole non è uno studio completo del sole. Sebbene lo splendore del sole non sia diverso dal sole, se ci limitiamo al suo studio non otterremo una piena comprensione del sole. Il terzo tipo di adorazione menzionata qui è visvato-mukham, l’adorazione della forma universale. Negli sastra, le Scritture, si legge che le colline sono le ossa di Dio; la vegetazione è come la peluria sul corpo di Dio; l’oceano è l’ombelico di Dio; il pianeta più elevato, Brahmaloka, è la testa di Dio; il pianeta più basso, Patalaloka, è la pianta del piede di Dio. Così è descritta l’intera forma universale.


Il Livello di Adorazione

Sono stati definiti tre tipi di adoratori. Qualcuno preferisce la forma universale. Qualcun altro pensa: “Tutto – tutto ciò che vediamo – è Dio.” E altri ancora preferiscono pensare: “Io sono Dio.” Ci sono metodi diversi per onorare Dio. Le persone che li seguono vengono accettate come adoratori perché sono nella linea dell’adorazione. Queste persone sono migliori di coloro che vivono come animali, limitandosi a mangiare, dormire, difendersi e accoppiarsi. Gli impersonalisti preferiscono questi tre metodi, mentre i personalisti desiderano adorare direttamente Dio, la Persona Suprema, Sri Krishna. Gli altri sono tutti trascendentalisti; appartengono a questa linea.

Tuttavia qui, nella Bhagavad-gita, coloro che adorano direttamente il Signore Supremo sono descritti come mahatma, “grandi anime” e coloro che fanno adorazione seguendo altri metodi sono definiti anye, “altri”. Non sono considerati molto importanti, sebbene vengano accettati perché appartengono a questa linea. Supponete di accettare la forma universale di Dio. Questa forma è una realtà, perché l’universo è una manifestazione dell’energia di Dio e l’energia di Dio e Dio non sono differenti. Chi dunque vede la manifestazione dell’energia come Dio non si sbaglia. Questo è vero perché non c’è niente al di là di Dio. Se pensi: “Io sono Dio”, sì, anche tu sei Dio, perché non c’è niente oltre Dio.

Se pensi che tutto sia Dio, questo è vero, perché nella concezione più elevata non c’è niente oltre Dio. Sarvam khalv idam brahma. Sarvam, ogni cosa, è brahma, cioè Dio. I Vaishnava però sono personalisti e hanno una comprensione diversa. Perché? Perché nella Bhagavad-gita (9.4) il Signore dice: maya tatam idam sarvam jagad avyakta-murtina: “ Questo intero universo è pervaso da Me nella Mia forma non manifestata.” Mat-sthani sarva-bhutani na caham teshv avasthitah: “Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro.” Questa filosofia della simultanea identità e differenza è accettata da Sri Caitanya e anche nella Bhagavad-gita.

Non c’è niente al di là della forma di Krishna a due braccia che suona il flauto. Questa è la conclusione a cui si deve giungere. Si possono seguire percorsi diversi: accettare se stessi come Dio, tutto come Dio, la forma universale di Dio, ma per progredire veramente si deve arrivare a questa conclusione. Nella Bhagavad-gita Sri Krishna (7.19) afferma:

 

bahunam janmanam ante
jnanavan mam prapadyate
vasudevah sarvam iti
sa mahatma su-durlabhah

 

“Dopo molte nascite e morti, chi è situato nella vera conoscenza si abbandona a Me sapendo che Io sono la causa di tutte le cause e tutto ciò che esiste. Un’anima così grande è molto rara.”

 

Si deve progredire per molte e molte vite. Avete intrapreso questo percorso. Va bene, ma giungere alla conclusione richiederà del tempo. Con metodi diversi dall’adorazione diretta di Krishna non si può giungere a questa conclusione in una sola vita. Gli altri metodi fanno parte della cultura della conoscenza spirituale. Questo è vero, ma la sola cultura della conoscenza spirituale senza la misericordia del Signore Supremo, non permette di raggiungere lo scopo supremo. Nel diciottesimo capitolo (18.55) troverete bhaktya mam abhijanati: “Soltanto con la pratica del servizio di devozione è possibile conoscerMi così come sono, come Dio, la Persona Suprema.” Gli altri metodi danno solo una comprensione parziale del supremo, ma se adottiamo il metodo della coscienza di Krishna, allora ci possiamo avvicinare direttamente al Signore Supremo.


L’Approccio Diretto

È detto: krishna yei bhaje sei bada catura. Bada catura significa molto intelligente. Chi adora Krishna direttamente è molto intelligente. Perché? Perché non fa giri inutili, ma procede direttamente. Se è vero che si deve raggiungere la perfezione della conoscenza, perché non accettarla immediatamente? Posso anche non comprendere niente, ma lasciate che l’accetti ciecamente. Il maestro dice: “Questo è il fuoco.” Lo scienziato dice: “Va bene, studierò le caratteristiche del fuoco. Devo capire, poi accetterò.” D’accordo, puoi capire. Invece qualcuno dice: “D’accordo, tu sei il mio maestro e dici che questo è fuoco, io l’accetto.” Lo scienziato, dopo aver studiato, può arrivare a capire il fuoco, dopo averne studiato le caratteristiche. Egli sente anche il tepore del fuoco, il suo calore, la sua luce. Anche lui capirà.

Il risultato è lo stesso, perché il fuoco è fuoco, sia che lo si contatti ciecamente o scientificamente, il fuoco agirà. La Bhagavad-gita afferma che coloro che cercano di fare mostra di conoscenza, possono farlo. Essa accoglie molte teorie come il panteismo e la forma universale, ma non l’ateismo. Di coloro che sono arrivati alla giusta conclusione, Krishna dice, sa mahatma sudurlabhah: “Queste grandi anime sono molto rare.” Perché Egli dice “molto rare”? Perché il percorso non è facile. Il percorso spirituale non è molto facile e realizzare una perfezione completa non è molto facile, specialmente in quest’era. In quest’era non viviamo a lungo. Non siamo molto intelligenti. Possiamo pensare di esserlo, ma non lo siamo, perché non sappiamo chi siamo.

Chiedete a qualcuno: “Chi sei?” La sua risposta rivelerà che siccome concepisce il corpo come il sé non è intelligente. Dirà: “Sono il Signor Tal dei Tali, figlio dei Signori Tal dei Tali. Il mio Paese è questo o quello.” Queste concezioni del sé sono false. Sanatana Gosvami diceva, gramyavyavahare pandita: “I profani dicono che sono una persona molto erudita e io l’accetto, ma in realtà non lo sono.” Perché? “Perché non so chi sono. Se non so chi sono, a che cosa mi serve altra conoscenza?” La persona intelligente conosce la sua vera posizione – la sua posizione costituzionale – e la sua relazione con Krishna, quindi s’impegna direttamente nella coscienza di Krishna. Questo è raccomandato nella Bhagavad-gita e in tutte le Scritture. Se si vuol procedere indirettamente, si può farlo, ma si deve arrivare a questo punto finale. Questa è la conclusione.


Come Krishna È Tutto

La conoscenza vedica è divisa in sezioni: le attività interessate, lo sviluppo della conoscenza e l’adorazione. Sri Krishna descrive le attività interessate, incluso il sacrificio, per il quale Sri Krishna abbiamo bisogno di molte cose, come il burro chiarificato, i cereali, i mantra, il canto e il fuoco. Krishna dice:

 

aham kratur aham yajnah
svadhaham aham aushadham
mantro ’ham aham evajyam
aham agnir aham hutam

 

“Tutta questa parafernalia per il compimento di un sacrificio – il fuoco, il burro chiarificato, il legno, i mantra e così via – ogni cosa è in Me.” Questo è vero, perché tutto è prodotto dalla Sua energia. Ogni cosa è una trasformazione della Sua energia. Parasya brahmanah saktih tathedam akhilam jagat: “Ciò che si vede nell’universo è solo una manifestazione delle diverse energie del Signore Supremo.” (Vishnu Purana 1.22.53)

 

In questa stanza l’illuminazione è l’energia di questa lampada. Pertanto possiamo vederci l’un l’altro. In modo analogo, sebbene il Signore sia nella Sua dimora suprema, la Sua energia si manifesta ovunque. Un altro esempio: il pianeta sole è lontano, molto lontano, ma la sua energia, lo splendore del sole, si diffonde in tutta la manifestazione materiale. É così che possiamo comprendere come il Signore è tutto. Krishna dice:

 

pitaham asya jagato
mata dhata pitamahah
vedyam pavitram omkara
rik sama yajur eva ca

 

“Io sono il padre di questo universo materiale.” Perché è il padre? Qual è la definizione di padre? Il padre dà il seme e Krishna dice: “Io sono anche la madre.” Qual è la definizione di madre? La madre riceve il seme dal padre e il figlio nasce. La materia, la copertura materiale è dunque la madre. Ciascuno di noi, essendo una scintilla spirituale, è un seme. Noi facciamo parte del supremo. L’energia materiale è l’energia del padre, Krishna. Poiché sono una scintilla spirituale, anch’io sono parte del Supremo. Perciò Egli è mio padre e mia madre.


L’Adorazione della Madre

Alcuni adorano il Supremo come madre, ad esempio la dea Kali. Questo è materialismo perché secondo la nostra concezione attuale della vita, questo corpo datoci dalla madre è materia. Dunque, adorare la madre significa adorare la materia. Questo è un fatto. Ci sono molti adoratori della madre. Voi adorate il vostro paese. È la stessa cosa; è adorazione materiale. Questo tipo di adorazione e detta sakty-upasana, adorazione dell’energia del Signore e non del Signore direttamente. L’adorazione sakti è materialista. Gli scienziati adorano la madre scoprendo la complessità della materia. Chi adora la madre, l’energia materiale è detto sakta. Ci sono cinque livelli di evoluzione: sakta, ganapatya, saura, saiva e Vaishnava.

Questo significa adorare la sakti, Ganesa, il dio del sole, Siva e Sri Vishnu. Gli impersonalisti adorano in questi cinque modi detti pancopasana. Chi è arrivato al piano di Vishnu ha raggiunto il vero livello. Non si deve giungere al concetto impersonale di Vishnu, ma a quello personale. Questa è la perfezione dell’adorazione. Il Signore accetta ogni tipo di adorazione, ma è un’accettazione diversa da quella devozionale. Se si adora il materialismo, si ottengono vantaggi materiali e se si adora sul piano spirituale si ottengono vantaggi spirituali. Non si può aspettare vantaggi spirituali dall’adorazione materiale. Questo non è possibile.

Per adorare il Signore Supremo sono accettati metodi diversi, che però danno risultati diversi. Supponete di lavorare in un ufficio come impiegati. Non potete aspettarvi lo stipendio di un giudice dell’alta corte. Uno dignitario sciocco non è uguale a un magistrato. Egli può dire: “Faccio parte del servizio governativo.” È vero, ma non è uguale al giudice dell’alta corte. Così, ci sono altri modi per adorare Dio. È vero, ma gli adoratori che seguono questi altri metodi non sono uguali al supremo adoratore di cui Krishna nella Bhagavad-gita (18.69) dice: “Nessuno Mi è più caro di Lui.” Il nostro scopo finale è entrare in confidenza con il Signore Supremo. Per questo dovete intraprendere il servizio devozionale.

Il Signore dice: “Mi Si può conoscere personalmente per mezzo della bhakti, il servizio devozionale e non con altri mezzi.” (Gita 18.55) Questo è chiaramente affermato: bhaktya, “per mezzo della bhakti”. Se volete entrare direttamente in contatto con il presidente dovete avere una posizione diversa da quella di una persona comune. E se siete soddisfatti di essere un dignitario al servizio del governo, non potete entrare in contatto con il presidente. Perciò, sebbene ci siano diversi tipi di adorazione di Dio, ci sono gradi e differenze. Dobbiamo ricordarlo.


Raggiungere Krishna Gradualmente

Ora Krishna dice:

 

gatir bharta prabhuh sakshi
nivasah saranam suhrit
prabhavah pralayah sthanam
nidhanam bijam avyayam

 

Gati significa destinazione. “Tutti vengono a Me gradualmente. Vengono tutti a Me.” Bharta significa mantenitore. Dio ci mantiene e ci dà un’opportunità. Vieni in questo modo o in quest’altro modo. Va bene. Vieni con gradualità, gradualmente. Va bene.” Prabhu significa che Egli è il Signore. Nessuno può essere uguale a Lui. Con il metodo ahangrahopasanam gli adoratori pensano: “Io sono Dio.” Noi devoti offriamo fiori al Signore; loro invece prendono un fiore e lo offrono a se stessi. Noi offriamo la ghirlanda alla forma del Signore Supremo; loro si mettono la ghirlanda al collo. Vedete?

Allora la domanda è: “Se sei Dio, perché gli altri non ti adorano? Tu adori te stesso. Allora che tipo di Dio sei?” Un giorno egli dovrà tornare in sè. “Ebbene, io sono Dio e adoro me stesso, ma se vado per la strada nessuno mi adora. Che genere di Dio sono?” Posso pensare: “Bene, capisco che Dio, Krishna, ha sollevato una collina all’età di sette anni. Oh, io non posso sollevare nemmeno venticinque o cinquanta chili. Che razza di Dio sono?” Questa comprensione dovrà esserci. Puoi adorare te stesso come Dio. Va bene. Questo è un modo, perché t‘impegni a capire la vera costituzione di Dio, non che diventi Dio.”

Non dovremmo essere soddisfatti di questi altri metodi. Dobbiamo andare, sempre di più oltre. Quando un ragazzo è nell’ottava classe suo padre dice: “Mio caro ragazzo, se riesci a essere promosso, allora posso fare di te un magistrato.” Il ragazzo ne è entusiasta. “Diventerò un magistrato.” Così questi altri metodi esistono solo per incoraggiare. Noi dobbiamo arrivare all’ultimo punto: vasudevah sarvam iti sa mahatma sudurlabhah (Gita 7.19) Questa grande anima rara comprende che Krishna è tutto. Se dovete questa rara grande anima, alla fine dovete venire da Krishna, dal Signore Supremo.

Vi ringrazio moltissimo.