I dialoghi di Srila Prabhupada

 

Vivi Semplicemente
e Canta Hare Krishna

 

La seguente conversazione tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta
Swami Prabhupada e due suoi discepoli ebbe luogo a New Vrindavan,
nel West Virginia, nel giugno del 1976

 

 

Srila Prabhupada
Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

 

 

Srila Prabhupada: La civiltà occidentale è una civiltà sbagliata che aumenta artificialmente le necessità della vita. Per esempio, prendiamo l’energia elettrica. La luce elettrica ha bisogno di un generatore e per farlo funzionare ci vuole il petrolio. Appena la scorta di petrolio finisce si ferma tutto. Per avere il petrolio però dovete cercarlo con grande impegno e perforare profondamente la Terra, qualche volta in mezzo all’oceano. Questo è ugra-karma, un lavoro orribile. Si può ottenere lo stesso scopo coltivando semi di ricino, da cui estrarre l’olio da mettere in una ciotola con uno stoppino.

Ammettiamo che con l’elettricità avete migliorato il sistema d’illuminazione, ma per ottenere questo miglioramento dalle lampade ad olio di ricino alle lampade elettriche è necessario un duro lavoro. Dovete andare in mezzo all’oceano a trivellare per estrarre il petrolio e in questo modo perdete il vero scopo della vostra vita. Siete in una posizione pericolosa, in un continuo susseguirsi di nascite e morti nelle varie specie di vita. Come riuscire a liberarsi da questo ciclo di nascite e morti – questo è il vostro problema. E questo problema è destinato ad essere risolto quando si ha la forma umana. Avete un’intelligenza abbastanza sviluppata per realizzarvi, ma invece di usarla per questo scopo la impiegate per passare dalla lampada ad olio alla lampada elettrica. Questo è tutto.

Discepolo 1: La gente potrebbe dire che i tuoi suggerimenti non sono pratici. Inoltre, con l’elettricità si fanno molte altre cose oltre che illuminare. La maggior parte delle nostre comodità moderne dipende più o meno dall’elettricità.

Srila Prabhupada: In questa vita puoi anche vivere comodamente, ma nella prossima potresti diventare un cane.

Discepolo 2: La gente non ci crede.

Srila Prabhupada: Che ci creda o no, questo è vero. Per esempio, un bambino non sa che diventerà un giovanotto, ma sua madre e suo padre lo sanno. Se il bambino dice: “No, non diventerò un giovanotto,” questo è infantile. Il padre e la madre sanno che il bambino diventerà un giovane uomo e che dovranno educarlo in modo che possa sistemarsi adeguatamente. Questo è il dovere di colui a cui è affidato il figlio. Nello stesso modo, quando parliamo di trasmigrazione dell’anima, un mascalzone può dire: “Non ci credo,” ma essa resta una realtà. Un mascalzone, un pazzo, può dire che non è vero che ci sia la trasmigrazione, ma la realtà è che dovrà accettare un altro corpo in base alla qualità del suo impegno in questa vita.

Discepolo 2: E se qualcuno dice: “È difficile trascorrere la vita a coltivare i semi di ricino e in generale è molto difficile coltivare. È più facile andare in una fabbrica per otto ore, tornarsene a casa con il denaro e divertirsi.” Srila Prabhupada: Puoi divertirti, ma divertendoti dimentichi il vero scopo della vita. È una cosa intelligente? Ti è stato dato il corpo umano per migliorare la tua prossima vita. Supponi di diventare un cane nella tua prossima vita. È un successo? Devi conoscere la scienza della coscienza di Krishna. Allora, invece di diventare un cane, diventerai simile a Dio.

Discepolo 1: Una volta, nella proprietà di John Lennon a Londra, dicesti che il trattore è la causa di molti guai oggi. Ha tolto tutto il lavoro ai giovani e li obbliga ad andare in città a cercare lavoro e qui vengono coinvolti nella gratificazione dei sensi. Ho notato che la vita in campagna è più semplice, più serena. È più facile occuparsi della vita spirituale.

Srila Prabhupada: Sì. La vita in campagna agita meno e affatica meno la mente. Basta che lavori un po’ per procurarti il cibo e per il resto del tempo puoi impegnarti nella coscienza di Krishna. Questa è la vita ideale. [Srila Prabhupada mostra un fiore]. Guardate le fibre più piccole di questo fiore. Si possono fare in una fabbrica fibre così piccole? E com’è brillante il loro colore! Basta che osservi un fiore per diventare cosciente di Krishna. C’è una macchina chiamata “natura” e tutto deriva da questa macchina, ma chi l’ha costruita?

Discepolo 1: A Londra hai detto che le persone non sanno che i fiori sono dipinti da Krishna – con il pensiero.

Srila Prabhupada: Sì. Pensi che se non ci fosse di mezzo un artista i fiori potrebbero venire così belli? Questo è sciocco. Che cos’è la natura? È la macchina di Krishna. Tutto viene fatto dalla macchina di Krishna. Perciò migliorate il vostro modo di vivere a New Vrindavan. Vivete all’aperto, producete i cereali necessari per nutrirvi, producete il vostro latte e lasciatevi il tempo per cantare Hare Krishna. Vita semplice e pensiero elevato è la vita ideale. Se invece incrementate artificialmente i bisogni della vita – le vostre cosiddette comodità – e dimenticate la vostra vera occupazione nella coscienza di Krishna, commettete un suicidio.

Noi vogliamo bloccare questa politica suicida. Naturalmente non chiediamo alle persone di fermare lo sviluppo della tecnologia moderna. Presentiamo solo la semplice formula data da Sri Caitanya Mahaprabhu: cantate Hare Krishna. Potete cantare anche nelle vostra fabbrica tecnologica. Qual è la difficoltà? Potete continuare a premere i pulsanti della vostra macchina e nello stesso tempo cantare Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.

Discepolo 2: Se però le persone cominciano a cantare, a poco a poco abbandoneranno la tecnologia?

Srila Prabhupada: Naturalmente.

Discepolo 2: Allora tu spargi i semi della loro distruzione.

Srila Prabhupada: No. Non della distruzione, piuttosto della costruzione. La ripetizione delle nascite e delle morti, il continuo cambiamento di corpo – questa è la distruzione. Con il nostro metodo invece vivrete per sempre. Tyaktva deham punar janma naiti [Bg. 4.9]: non otterrete nuovamente un altro corpo materiale. Senza la coscienza di Krishna però tatha dehantara-praptih [Bg. 2.13]: dovrete accettare un altro corpo, il che significa sofferenza. Allora, qual è la cosa migliore? Accettare corpi materiali, uno dopo l’altro, o non accettare più corpi materiali? Se con questo corpo poniamo fine alla nostra sofferenza, è una cosa intelligente, ma se ci creiamo un altro corpo per continuare a soffrire, questa non è una cosa intelligente. Se però non comprendete Krishna, dovrete accettare un altro corpo. Non c’è alternativa.