I dialoghi di Srila Prabhupada

 

Una filosofia basata
sulla frustrazione

 

Questo dialogo tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada e un sacerdote esistenzialista-socialista si è
svolto a Los Angelese nel dicembre del 1973

 

 

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

 

Sacerdote: Ora finalmente cominciamo ad afferrare il vero significato intimo di cristianità e di religione in generale: Dio condivide la sofferenza dell’uomo, l’uomo impara a vivere con la inevitabilità del dolore.

Srila Prabhupada: Questo è da mascalzoni — perché Dio dovrebbe condividere la sofferenza dell’uomo?

Sacerdote: In questo modo l’uomo può accettare più facilmente la sofferenza come una parte inseparabile della realtà.

Srila Prabhupada: Bravo prete. Le persone cercano di essere felici e la tua teoria è che dovrebbero accettare la sofferenza. Questa affermazione è davvero da mascalzoni. Come anime spirituali, parti integranti dello Spirito Supremo, siamo naturalmente portati a cercare di ridurre la sofferenza e raggiungere la Sua dimora spirituale dove non c’è sofferenza. Tutti cercano di essere perfettamente felici. Questo è ciò per cui lottiamo; questo è il significato della civiltà umana. Non ci sottomettiamo alla sofferenza. Non vogliamo la sofferenza. Allora se tu credi veramente in Dio, se sei veramente un teista, allora perché parli come un mascalzone dicendo che dobbiamo soffrire — che perfino Dio deve soffrire?

Sacerdote: A pensarci bene io sono quello che tu potresti chiamare un “ateo-teista”.

Srila Prabhupada: Ateo-teista? Che significa?

Sacerdote: Io penso che Dio sia essenzialmente una nostra invenzione… un’idea.

Srila Prabhupada: Tu pensi che Dio sia un’idea?

Sacerdote: Sì, anche se necessaria. L’idea di un essere supremo o di un’autorità suprema è qualcosa che noi ci siamo imposti, perché evidentemente la troviamo confortante e consolante. La maggior parte delle persone è ignorante. Perciò hanno bisogno di Dio — come Marx diceva, hanno bisogno dell’oppio — che costituisce la loro assicurazione per un lieto fine, l’unico rimedio e rifugio per la loro disperazione e frustrazione.

Srila Prabhupada: Tu dici che Dio è solo un’idea. Io dico che Dio non è solo un’idea — Dio è una realtà. Puoi provare il contrario?

Sacerdote: Bene, per come la vedo io, non c’è una necessità assoluta di un essere supremo.

Srila Prabhupada: Ma perfino il tuo Lenin accettava la necessità di un’autorità suprema. L’unico problema era che lui voleva diventare questa autorità suprema. Lenin voleva diventare Dio.

Sacerdote: Sì e lo è stato. Per un po’ di tempo lo è stato.

Srila Prabhupada: No, non poteva diventare Dio. Egli era soggetto alle leggi di Dio — egli è morto. Egli è morto. Non è riuscito a salvarsi dalla morte. Perciò non era l’autorità suprema. Lenin è dovuto morire, perciò questo significa che ci deve essere un’altra autorità suprema.

Sacerdote: Ogni cosa comunque in ultima analisi è priva di significato. Quindi in definitiva la morte non ha significato.

Srila Prabhupada: Perché dici “priva di significato”? Se la morte è priva di significato, allora perché ne hai così paura? Se in questo momento io ti uccidessi, tu avresti paura. Perché?

Sacerdote: Si però il fatto che sia priva di significato non comporta che io non possa attribuirgli qualche valore in un momento qualsiasi.

Srila Prabhupada: Ma insisto, perché dici “priva di significato”? Prima hai detto che stai combattendo per la “rivoluzione” e per “cambiare la società”. Perché combatti così duramente per diffondere il tuo pensiero se in definitiva niente ha significato?

Sacerdote: Prendi in considerazione i numeri. Essi possono essere utili, ma non hanno significato se non per quello che diamo loro. In realtà sono privi di significato.

Srila Prabhupada: Se tutto è veramente privo di significato, allora quello che fai è privo di significato.

Sacerdote: Sì, perché in definitiva tutto è privo di significato.

Srila Prabhupada: Allora sei peggio di un mascalzone. Se ti chiamo mascalzone ti onoro. T’impegni per cose prive di significato.

Sacerdote: Sto dicendo che ognuno può presentare il proprio pensiero, qualunque sia il suo scopo.

Srila Prabhupada: Allora perché cerchi di reclutare molti seguaci? Perché non lasci che le persone facciano quello che vogliono?

Sacerdote: Ma fare tutto quello che si vuole, può comprendere il diffondere il tuo modo di pensare.

Srila Prabhupada: No, no, no. Tu hai il tuo modo di vedere — sii soddisfatto di questo. Non mi scocciare.

Sacerdote: Parte del mio pensiero può essere quella di scocciarti.

Srila Prabhupada: Allora il mio pensiero può essere di sbatterti le mie scarpe sulla testa!

Sacerdote: Ma prendi Lenin. Nessuno lo ha mai sconfitto. Egli semplicemente non è stato sconfitto.

Srila Prabhupada: No, no. Anche Lenin è stato sconfitto — dalla morte. È stato sconfitto, ma non ha voluto ammetterlo. Era un così grande mascalzone che sebbene fosse sconfitto istante per istante — perfino quando stava diventando vecchio e malato, perfino quando stava morendo — pensava ancora: “Non sono sconfitto.” Questo significa che era il Mascalzone Numero Uno. Un uomo in senno ammette: “Sì, sono sconfitto.” Un mascalzone invece non lo ammetterà.

Sacerdote: Bene, dobbiamo guardare le cose dal punto di vista esistenziale. Finché una cosa esiste possiamo darle valore, ma quando cessa di esistere non c’è rimorso né lamento.

Srila Prabhupada: Se non c’è ragione di lamentarsi, perché ti sforzi così tanto di vivere una vita lunga e di esistere il più a lungo possibile? Perché non ti lasci semplicemente morire?

Sacerdote: È come se hai del denaro in mano, finché ce l’hai puoi utilizzarlo, ma se lo perdi, non te ne preoccupi. Nessuna preoccupazione. Questo è quello che io sento riguardo alla morte.

Srila Prabhupada: Puoi anche usare paroloni come questi, ma in pratica sei preoccupato. Tu soffri.

Sacerdote: Sì, posso anche non seguire la mia filosofia, ma essa ha un valore ideale.

Srila Prabhupada: Queste non sono argomentazioni. Nessun uomo di senno accetterà questa filosofia. Non è filosofia — è semplicemente frustrazione e la frustrazione non è vita. La frustrazione è frustrazione.

Sacerdote: Forse la frustrazione è l’unica realtà. Questo è ciò che sentiva Albert Camus. Egli ne ha fatto uno dei principali temi dei suoi scritti. Frustrazione, nessun significato. E una sera egli stava guidando la sua macchina e, secondo ciò che si dice, finì su una scogliera. Può darsi che abbia pensato che se la vita non ha significato, perché non mandare la macchina sulla scogliera e farla finita.

Srila Prabhupada: Pazzo. Doveva essere pazzo perché non sapeva chi era — un’anima eterna, parte integrante di Dio. Era diventato pazzo perché non sapeva quello che si deve sapere.

Sacerdote: Eppure, milioni e milioni di persone accettano i suoi libri praticamente come il vangelo.

Srila Prabhupada: Qual è l’argomento?

Sacerdote: Il tema dei suoi libri è che la vita in definitiva è assurda. Non c’è un vero significato, noi le applichiamo il nostro significato.

Srila Prabhupada: Allora perché cercava di trovare un significato al di là dell’assurdità. Se tutto è assurdo perché scrivere libri?

Sacerdote: Sì, questo è ciò che Camus sembra aver realizzato, che se tutto è assurdo, non ha senso parlare, scrivere e nemmeno vivere.

Srila Prabhupada: Il fatto è che tu stai dicendo che la vita è assurda ed io che non è assurda. Chi deciderà questo? Chi lo deciderà — se hai ragione tu o io?

Sacerdote: Io credo che non possa mai essere deciso.

Srila Prabhupada: Sarà deciso al momento della morte. Questo è tutto. Un mascalzone può stupidamente pensare che la vita sia assurda — ma la morte non lo sarà. Mrityuh sarva-haras caham. Sri Krishna dice: “Tutti alla fine devono accettarMi — sotto la forma della morte.” Entrambi noi dovremo accettare la morte. Tu non vuoi morire ed io non voglio morire, ma tutti e due dovremo accettare questa suprema autorità. Questo è Dio.

Sacerdote: Ma a proposito di Camus, a lui non importava. Egli morì volontariamente. Voleva morire.

Srila Prabhupada: Non voleva morire, ma può essersi lasciato morire a quel modo solo per mantenere il suo prestigio, questo è tutto.

Sacerdote: Penso che volesse morire.

Srila Prabhupada: Se anche tu desideri morire, lascia che ora ti uccida e sarai felice.