I dialoghi di Srila Prabhupada

 

L'occasione per porre
fine alla sofferenza 

 

La seguente conversazione tra
Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
ed alcuni suoi discepoli ebbe luogo nell'aprile del 1975
a Mayapur, in India durante una passeggiata mattutina

 

 

Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

 

 

Discepolo: Srila Prabhupada, talvolta qualcuno sostiene che se Dio non c’è, non importa quello che faccio e se Dio c’è, allora è Lui che controlla tutto e anche in questo caso non importa quello che faccio perché in ogni caso è tutto predeterminato. In ambedue i casi, sono libero di fare tutto ciò che mi piace.

Srila Prabhupada:
Sì, ma perché soffri?

Discepolo: Beh! È tutto un piano di Dio. Soffro per un piano di Dio.

Srila Prabhupada: No, il fatto che tu soffri non è dovuto a un piano di Dio, soffri perché violi le leggi di Dio. Egli controlla tutto, ma ti ha dato un minimo d’indipendenza: puoi seguire le Sue leggi o violarle. Ma sei così sciocco che non capisci che soffri. La tua posizione è come quella dei cani e dei gatti, anch’essi non capiscono che stanno soffrendo. Il nostro punto è che soffri perché hai violato le leggi di Dio e se obbedisci alle leggi di Dio non soffrirai. Tu però sei un tale sciocco, un tale mascalzone che non sai neanche che soffri.

Discepolo: Ma sembra che anche i devoti soffrano.

Srila Prabhupada: Sì, ma non soffrono come i non devoti. La vita materiale, che è la causa della sofferenza, è come una malattia e i devoti rinunciano a questa condizione di vita malata per aderire alla coscienza di Krishna. Se soffri di qualche malattia, non puoi aspettarti di guarire immediatamente. Chi prende le medicine è molto intelligente. La sua sofferenza sparirà presto, ma questi mascalzoni non devoti non prendono neanche la medicina – la coscienza di Krishna – perciò continueranno a soffrire. E per la maggior parte, i devoti sono felici. Perché canti sempre Hare Krishna e balli se non sei felice?

Discepolo: Qualche volta anche a me fa male lo stomaco.

Srila Prabhupada: Ciò accade perché hai un corpo materiale. La tua sofferenza però è come il movimento di un ventilatore che è stato spento. Il ventilatore continua a muoversi, anche se è stato spento; però si fermerà subito. Nello stesso modo la tua sofferenza cesserà subito, perché stai agendo su un livello spirituale e dopo aver lasciato questo corpo avrai una vita piena di felicità. Come Krishna dice nella Bhagavad-gita [4.9], tyaktva deham punar janma naiti: “Quando avrà lasciato il corpo, un devoto non dovrà più nascere in questo mondo materiale.” Non prenderai un altro corpo materiale, pieno di sofferenza. Questo è il tuo vantaggio. Questi mascalzoni non devoti invece continuano a ricevere un corpo dietro l’altro, tutti pieni di sofferenza.

Dovranno accettare un corpo e soffrire e poi nuovamente dovranno lasciare quel corpo e prenderne un altro e soffrire. Fintanto che si accetta un corpo materiale, si dovrà soffrire, perché avere un corpo materiale significa soffrire. Pertanto coloro che non sono coscienti di Krishna cambieranno un corpo dopo l’altro e continueranno a soffrire a causa dei tre tipi di sofferenza [quelle causate dal corpo e dalla mente, quelle causate da altri esseri viventi e quelle causate dalle calamità naturali]. I devoti invece, anche se sembra che subiscano delle sofferenze, alla fine lasceranno il corpo materiale e rimarranno nel loro corpo spirituale, libero da ogni sofferenza.

Discepolo: [prendendo la parte di un materialista] Questa è semplicemente la tua fede.

Srila Prabhupada: Ed è la tua fede a cui non credi. Noi accettiamo le parole della Bhagavad-gita sulla fede, quindi abbiamo una possibilità di essere elevati al regno spirituale, ma tu non hai fede e sicuramente continuerai a soffrire nel mondo materiale. Noi almeno siamo disposti a cogliere l’occasione. La tua sofferenza invece continuerà sicuramente.

Discepolo: Gli indiani dicono spesso: “Ebbene, afferrerò l’occasione, quando Krishna lo vorrà. Il suo volere è supremo, perciò quando vorrà, mi renderà cosciente di Krishna.”

Srila Prabhupada: Nella Bhagavad-gita [18.66], Krishna dice, sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia tutte le tue sciocchezze e abbandonati a Me. Diventa cosciente di Krishna.” Quindi Krishna vuole che ti sottometta a Lui. Perché non obbedisci al Suo volere?

Discepolo: Perché Krishna ci offre i piaceri derivanti dalla gratificazione dei sensi se ci procurano solo sofferenza?

Srila Prabhupada: Di nuovo la stessa risposta: Krishna ci ha dato una minima indipendenza – possiamo usare i nostri sensi per il nostro piacere o per servirLo, che costituisce la vera gratificazione dei sensi. I sensi sono stati creati per il piacere, ma se cerchi di usare i sensi in modo sbagliato – gratificandoli – questa è la tua sfortuna e dovrai soffrire. Devi guarire dalla tua malattia diventando cosciente di Krishna. Allora godrai in modo illimitato. Non siamo come i Mayavadi [gli impersonalisti] che vogliono distruggere i sensi per diventare insensibili. Questo non è il nostro progetto. Noi vogliamo purificare i sensi (sarvopadhi-vinimuktam tatparatvena nirmalam). Supponi che un uomo non possa vedere a causa di un glaucoma. I Mayavadi pensano che se un occhio ti dà dei fastidi e non puoi vedere, devi togliertelo. Questa non è la nostra idea. Noi vogliamo curare la malattia in modo che tu possa vedere bene. Perciò i nostri sensi dovrebbero essere curati dalla malattia materiale con la pratica della coscienza di Krishna. Allora potremo godere il vero piacere dei sensi usandoli al servizio di Hrisikesa [Krishna], il maestro dei sensi.