I dialoghi di Srila Prabhupada: Dominati dalla pazzia 

 

Srila Prabhupada: Le persone cercano soltanto la gratificazione dei sensi; non conoscono nemmeno lo scopo della vita. La nostra missione è quindi sradicare questa ignoranza. Vivono secondo un concetto errato della vita, non spirituale, bensì materiale.

Discepolo: A Kathmandu chiedevo alla gente: “Che genere di piacere è fumare le sigarette? State tossendo. E’ intossicazione e le tossine sono veleno. Vi state solo avvelenando. Dov’è il buon senso? È forse questa la vita umana?” Di solito mi rispondevano: “Va bene, dopo smetterò di fumare.”

Srila Prabhupada: Almeno riconoscono di sbagliare. Non è vero?

Discepolo: Sì, alcuni lo fanno. Ho ricordato a tutte quelle persone che esiste il karma: “Con le azioni di questa vita vi state preparando la prossima. Se condurrete una vita spirituale, andrete nel mondo spirituale. Se vi tufferete nel materialismo — come animali — resterete nel mondo materiale e diverrete animali.” Hanno tutti ammesso di conoscere la legge del karma, ma quando ho chiesto loro, “Perché non servite Krishna?” hanno risposto: “Dopo, dopo.”

Srila Prabhupada: Hare Krishna.

Discepolo: Srila Prabhupada, gli insegnamenti che dai nello Srimad-Bhagavatam possono frenare la loro lussuria? Oppure dobbiamo sperare che in qualche modo restino frustrati nei loro tentativi di gratificarsi i sensi?

Srila Prabhupada: Sono già frustrati. Chi ha successo nel mondo materiale? Puoi farmi l’esempio di qualcuno che ha avuto davvero successo?

Discepolo: Ovunque nel mondo materiale le persone soffrono. In America, Amy Vanderbilt, la famosa esperta di galateo, si è buttata dalla finestra.

Srila Prabhupada: Lo fanno in molti.

Discepolo: Oh, sì. A San Diego e anche a San Francisco ci sono delle reti, così, quando le persone si buttano da un ponte, sono salvati sulla rete.

Srila Prabhupada: Credo che a Berkeley abbiano dovuto chiudere col vetro la parte superiore della torre dell’orologio.

Discepolo: Già, all’Università della California — per impedire agli studenti di buttarsi di sotto.

Srila Prabhupada: Questo dimostra quanto la gente sia disperata, quanto sia delusa da una vita basata sul materialismo. Sono sempre pronti al suicidio. Circa trent’anni fa, un uomo era seduto accanto a me nella carrozza di un treno e all’improvviso si gettò fuori dal finestrino. Così, in modo inaspettato. Era seduto tranquillamente. Che cosa stesse pensando, non lo so, ma colse l’opportunità del finestrino aperto e saltò giù. L’ho visto.

Discepolo: Fu sopraffatto da una specie di pazzia.

Srila Prabhupada: Pazzia. Tutti sono dominati dalla pazzia. Ogni persona che cerca di essere felice in questo mondo materiale è sopraffatta dalla pazzia. Non sanno che l’unica soluzione è, come dice Krishna, sarva-dharman parityajya mam akam saranam vraja: “Abbandonati a Me.” (Gita 18.66) Non lo faranno. Tutto, tranne abbandonarsi a Krishna.

Discepolo: A questi indiani dicevo che in America l’obiettivo principale è “alzare il tenore di vita”, ma che si uccidono persino quelli che hanno alzato il proprio. Molte volte gli indiani non vogliono ascoltare. “Il nostro scopo è lo sviluppo economico,” dicono. “Questa è la priorità assoluta.”

Srila Prabhupada: Ostinazione. Ostinazione da cani. Ora sono impegnati a creare vari sistemi religiosi che permettano alla gente di non sottomettersi a Krishna. E’ ciò che accade. Dei grandi swami dicono: “Sì, tutto quello che inventate va bene.” Yatha mata tatha patha: “Qualsiasi cosa vi venga in mente va bene.” Così le persone sono contente. Se qualcuno dicesse, “Sottomettiti a me,” non sarebbe appetibile. Se invece dicesse, “No, puoi sottometterti a chiunque,” risulterebbe molto gradito.

Discepolo: Perché ciò significherebbe non doversi sottomettere affatto. Sottomettersi a chiunque equivale a non sottomettersi.

Srila Prabhupada: Sì.

Discepolo: A volte qualcuno dice: “Quando Krishna vorrà che mi sottometta a Lui, lo farò.”

Srila Prabhupada: È solo disonestà. Pensi che Krishna non lo voglia, mascalzone, quando nella Bhagavad-gita dice: “Devi farlo — devi sottometterti a Me”?

Discepolo: A volte dicono: “Quando Krishna aprirà il mio cuore, allora mi sottometterò.”

Srila Prabhupada: Ma tu non hai un cuore. Hai solo una pietra. Una canzone devozionale recita queste parole: “Il mio cuore è più duro di una pietra. So che cantare Hare Krishna scioglie persino la pietra, ma non il mio cuore; quindi penso che il mio cuore sia più duro di una pietra.”

Discepolo: Secondo alcuni di questi sistemi religiosi pronunciare il nome di Dio è offensivo.

Srila Prabhupada: Che posso fare? Se questi mascalzoni affermano cose del genere, che posso fare?

Discepolo: Perfino quando scrivono la parola Dio, non scrivono Dio. Scrivono “D-o”, così hanno indicato Dio ma non hanno detto “Dio”. Per loro è una parola troppo sacra da pronunciare. Questo è ciò che dicono.

Srila Prabhupada: Potrebbero anche dire: “D-zero-o”. [Risate] Questo renderebbe molto bene l’idea che hanno di Dio.

Discepolo: Zero è il loro amore per Lui.

Srila Prabhupada: Sì. Lo zero controlla i due estremi: D e o. Se moltiplichi un numero per zero che cosa ottieni?

Discepolo: Zero.

Srila Prabhupada: Proprio così. Questo modo di pensare è sunyavadi, ateo. È un suicidio ben riuscito. Noi però sappiamo che la vita non è un vuoto, perché Dio non è zero.