L'inchiostro che fa discutere

 

Commento di Indradyumna Swami sull'articolo "Dipingersi di Supremo"
e risposta dell'autore Madhava Smullen

 

 

Un tatuaggio che raffigura Sri Krishna.

Un tatuaggio che raffigura Sri Krishna.

 

 

Dipingersi di Supremo,” di Madhava Smullen pubblicato nel numero di settembre-ottobre incoraggia il tatuaggio nel nostro movimento ISKCON, ma, all’infuori del tilaka fatto con l’argilla con cui adorniamo i nostri corpi, negli Sastra della Gaudiya Vaisnava non c’è alcun riferimento alla pratica di marcare il proprio corpo ed in particolare a tatuaggi fatti con l’inchiostro. L’articolo descrive il metodo di tatuare il corpo con simboli di Visnu, ma questo viene fatto specificatamente dai seguaci di Ramanuja della Sri Sampradaya. Nella Raga-vartma-candrika Visvanatha Cakravarti Thakura dice che per i Gaudiya Vaisnava non è opportuno marchiare il corpo con i segni di Visnu. Più vicino a noi, Srila Prabhupada non ha mai incoraggiato questo tipo di pratica. Si può anche pensare che non si è neanche opposto ad essa, ma io credo che sia più giusto concludere che se egli non lo ha specificatamente ammesso, non dovremmo introdurre una nuova pratica cosiddetta devozionale. Perché non c’è nessuna differenza tra un tatuaggio e un dipinto? In effetti un tatuaggio è spesso un dipinto. Portiamo forse un’immagine di Krishna nella toilette?

Naturalmente si può citare Gopala Guru Gosvami che disse a Sri Caitanya che il santo nome è così puro che può essere cantato ovunque — perfino in bagno — ma non è mai stata data una concessione di questo tipo per una divinità del Signore. “È detto che la forma della divinità del Signore può apparire in otto tipi di materiali: pietra, legno, metallo, terra, pittura, sabbia, mente o gioielli,” (Hari-bhakti-vilasa) “La pittura è uno degli otto tipi di divinità a due dimensioni. Il devoto può adorare la murti in pittura …proprio come se egli adorasse una murti tridimensionale.” (Pañcaratrapradipa, ISKCON GBC Press) L’autore si sforza di stabilire che il tatuaggio è una pratica Vaisnava, ma all’infuori di un’unica citazione di Baladeva Vidyabhusana non dà nessun altro riferimento alle scritture e neanche cita un solo precedente nella nostra Gaudiya Vaisnava per questa pratica. Baladeva Vidyabhusana scrive che marcare il corpo con i simboli di Visnu è un esempio d’austerità, ma di nuovo, Visvanatha Cakravarti Thakura (guru di Baladeva) afferma con chiarezza che gli stessi Gaudiya Vaisnava non lo fanno.

Forse che Srila Prabhupada, o Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati o Gaura KiSora Babaji o Srila Bhaktivinoda Thakura hanno marcato i loro corpi con i simboli di Visnu o usato tatuaggi? No. In effetti Srila Bhaktivinoda Thakura ha scritto contro questo uso: “Nella Sri Sampradaya di Ramanuja, tapa [l’austerirà] si pratica marcando il corpo con i simboli della conchiglia e del disco, ma il Signore Caitanyadeva ci ha insegnato a marcare il nostro corpo con l’harinama usando pasta di sandalo, ecc., invece di tatuarlo. Questa regola è una benedizione per le anime del Kali-yuga.” (Pañca Samskara, pag. 2) Il mio timore è che, nel corso del tempo, la pratica del tatuaggio (in contrasto con le specifiche istruzioni dei nostri predecessori) divenga una tradizione nel nostro movimento. Non possiamo mettere insieme tutto e di tutto e poi chiamarlo spirituale. Per me “i tatuaggi devozionali” introducono qualcosa di nuovo e Srila Prabhupada ci ha ammonito a non introdurre pratiche nuove. In ultimo si deve osservare che, sebbene il tatuaggio sia maggiormente accettato nella società, esso non è così diffuso da poter essere definito come una pratica di massa. Esso è tuttora molto limitato. Stiamo presentando la più elevata delle culture (al cui interno non c’è il tatuaggio), il che comporta che dobbiamo sempre presentarci come gentildonne e gentiluomini.


Madhava Smullen risponde: Nella tua lettera hai evidenziato molti punti importanti e validi ed io penso che se un devoto serio sta pensando di usare i tatuaggi dovrà riflettere sulle tue osservazioni e pensarci due volte prima di decidere. Non avevo in nessun modo l’intenzione di promuovere la pratica del tatuaggio o di farla passare come una tradizione dell’ISKCON. Personalmente non ho tatuaggi e con tutta probabilità non li avrò mai, ma è una realtà che molti devoti e amici di Krishna hanno tatuaggi devozionali e questo costituisce un fenomeno culturale adatto ad un articolo interessante. Niente di più di questo — certamente non un incoraggiamento. Spero che questo appaia evidente dall’articolo e di aver dato una visione equilibrata di un fenomeno, ivi compresi i suoi aspetti negativi. Per quanto concerne il problema di portare un’immagine di Krishna nel bagno, ancora una volta non intendo difendere i tatuaggi contestando le tue osservazioni, ma voglio sottolineare che non mi sembra che troviamo da ridire quando portiamo oggetti sacri in bagno se essi sono attaccati al nostro corpo. Per esempio, la nostra collana di Tulasi (per non parlare di Krishna nel cuore) e il nostro tilaka (che può essere interpretato come Radha-Krishna). Questo perciò può costituire oggetto di ulteriore discussione tra i devoti. Questo articolo è importante perché i tatuaggi stanno diventando sempre più di moda e non più limitati a persone di “classe inferiore” come i gruppi di motociclisti. Certamente, i tatuaggi non sono da raccomandare a devoti rigorosi che vivono in un tempio, ma la coscienza di Krishna non è anche per coloro che portano le Tshirt e sono tatuati? Vogliamo proibire qualcosa contro cui non esiste una regola specifica e allontanare così tante persone? Se le persone vogliono esprimere la loro devozione per mezzo dei tatuaggi, perché non permetterglielo? È davvero necessario controllare queste forme di devozione?